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Robot Dreams. Un disegno animato scoperto dal Fest...

Robot Dreams. Un disegno animato scoperto dal Festival di Cannes

«Quando ho letto la graphic novel Robot Dreams di Sara Varon, l’ho divorata. Mi è piaciuta tantissimo e alla fine mi sono anche commosso. I personaggi sono antropomorfi e i sentimenti molto umani, simili a quelli che possiamo provare tutti: per questo ho deciso che potevo fare per la prima volta un film di animazione» racconta il pluripremiato regista spagnolo Pablo Berger (classe 1963), che ha diretto Robot Dreams – Il mio amico Robot. Il film, davvero strepitoso, ha aperto il Festival di Cannes 2023 ed era candidato agli Oscar 2024 nella cinquina dei titoli per l’animazione. Uscito in questi giorni nelle sale italiane, distribuito da I Wonder, è un must see per i cultori dell’animazione, per i cinefili e per il grande pubblico perché parla a tutti.

Pablo Berger, “Robot Dreams – Il mio amico Robot”, Spagna/Francia, 2023, 102 min, ph. credits Arcadia Motion Pictures, courtesy I Wonder Pictures

Pablo Berger è autore di vari film ed è considerato un regista di culto dopo l’horror in bianco e nero Blancanieves (2012) che reinventava la fiaba Biancaneve e Abracadabra (2017), una commedia fantastica e sorprendente ambientata a Madrid. Robot Dreams, una coproduzione spagnola e francese, si svolge in una nostalgica New York anni Ottanta e ha il fascino dei cartoon in 2D con immagini bellissime. È una storia universale, tenera e ironica sull’amicizia e sulla perdita degli amici lungo la strada, realizzata senza dialoghi con musica ed effetti sonori straordinari. Il protagonista è Dog, un cane di Manhattan single e senza amici, con uno stile di vita tipicamente metropolitano. La Manhattan che vediamo è pulsante e variegata, i quartieri sono riconoscibili, come l’East Village con i blocks, le strade e i negozi disegnati con molti particolari del periodo quasi fotografici. Dog si sente solo nel tran tran quotidiano e decide di comprare un robot per avere qualcuno che gli faccia compagnia. Robot è simpatico, lo segue dappertutto, curioso di sperimentare tutto quello che è possibile fare e la vita quotidiana di Dog decolla con emozioni e piacevoli avventure a due. Li vediamo, per esempio, pattinare e ballare in coppia sui roller blade a Central Park o seduti di sera sulla famosa panchina vicino al ponte di Brooklyn, una citazione esplicita del film Manhattan di Woody Allen.

Pablo Berger, “Robot Dreams – Il mio amico Robot”, Spagna/Francia, 2023, 102 min, ph. credits Arcadia Motion Pictures, courtesy I Wonder Pictures

 Il lavoro complesso dell’equipe tecnica e artistica, con professionisti del live action, è tangibile anche nelle vivaci scene a fuoco nello sfondo, mai ferme come in altri film di animazione, offrendo un ritratto della Grande Mela con il mix di culture ed etnie, personaggi realistici che si muovono e interagiscono, con allures chic genere Up Town e look creativi Down Town tipo jazzisti e street artists come Basquiat. Pablo Berger spiega che il film trae ispirazione dalla scuola grafica di fumetti franco-belga e in particolare da Hergé, autore di Tintin, e dal grande cinema muto di Charlie Chaplin e Buster Keaton. «Il mio amore per il cinema è in gran parte dovuto ai fumetti. Come regista scrivere storie senza dialoghi è sia una grande sfida sia un enorme piacere» afferma Berger. «Per la parte essenziale dei sogni di Robot, che sono deliranti, pieni di sorprese e freudiani quando cerca il suo amico Dog, avevo per riferimento Little Nemo (1905) di Winsor McCay».

Pablo Berger, “Robot Dreams – Il mio amico Robot”, Spagna/Francia, 2023, 102 min, ph. credits Arcadia Motion Pictures, courtesy I Wonder Pictures

La direzione artistica è stata affidata dal regista al bravissimo José Luis Algreda, che con una squadra di venti artisti ha studiato e sviluppato concepts, personaggi, sfondi, color script. Robot Dreams è un omaggio alla metropoli dove il regista ha abitato un decennio proprio in quegli anni e su cui a livello visuale e di immagini ha fatto fare molte ricerche fotografiche per restituirne non solo il fascino architettonico, ma anche per mostrare l’affascinante giungla dei newyorchesi con migliaia di personaggi-comparse, molte perfettamente riconoscibili per un occhio svelto e attento. La  musica è di Alfonso de Vilallonga, già suo collaboratore, che ha composto melodie delicate e pezzi di jazz e suoni urbani in modo esemplare. Il montaggio del suono e della musica è della bravissima music editor Yuko Harami, sua collaboratrice da sempre e compagna nella vita. Tra tutti i temi musicali selezionati da Yuko trionfa la travolgente canzone September degli Earth, Wind and Fire, che ci porta magicamente indietro ai favolosi anni Ottanta.

Info:

iwonderpictures.com


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