Rony Plesl (classe 1965) è un artista e designer ceco che risiede a Praga, ed è conosciuto a livello internazionale per le sue sculture in vetro, realizzate in grandi dimensioni, come sfida alle possibilità espressive di un materiale così fragile. Certo non dobbiamo mica pensare ai vetri di Murano realizzati per i turisti; alla mente dobbiamo far affiorare ben altre sfide: Dale Chihuly in primis e Tony Cragg in seconda battuta, il tutto per comprendere che dietro la sua opera non sta solo un’abilità esecutiva o una padronanza del materiale, ma anche una solida base concettuale, un pensiero e un riferimento diretto con i parametri della storia dell’arte. Certo, le contaminazioni con l’arredamento e gli oggetti più banali per uso domestico (come le bottiglie e i set di bicchieri) non mancano nel suo repertorio progettuale, continuando una tradizione che ha le sue radici nella cultura boema del cristallo e nel design dalla forma semplice e di grande purezza lineare propria della tradizione razionalista del Bauhaus.
Comunque è corretto parlare di una ricerca e di un approfondimento sulle possibilità espressive del materiale che procede, in maniera meticolosa e metodica, da circa quarant’anni. La sua prima formazione è iniziata a Murano, in presenza con i mastri artigiani del vetro, per poi proseguire, all’Accademia di BB. AA. di Praga, alla scuola dell’emerito professor Stanislav Libenský (1921 – 2002), il quale, detto tra parentesi, vanta opere nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art di New York e del Victoria & Albert Museum di Londra.
“Trees Grow from the Sky” è la mostra che gli viene dedicata, come evento collaterale alla 59. Biennale d’arte di Venezia, e che prevede una installazione site-specific concepita e realizzata per la Chiesa di Santa Maria della Visitazione, nel sestriere di Dorsoduro. Nello specifico si tratta di quattro opere di grandi dimensioni che bene si adattato a degli ambienti storici e che allo stesso tempo fanno riflettere sulla rispondenza tra le vibrazioni ottiche dell’acqua (sulla quale è fondata la città di Venezia e tema già caro alla cultura degli impressionisti) e le trasparenze della materia vitrea. Tre monoliti verticali in puro cristallo sono eretti al centro dello spazio. Sembrano dei tronchi luminosi e il soggetto è una quercia ottuagenaria trovata nei boschi della Boemia. I tronchi alludono alla simbologia del numero tre e alla complementarità tra uomo e natura. Il quarto monolite, collocato vicino all’altare simboleggia il trascendente e la trasformazione della corteccia in figura umana e più in generale una idea di metamorfosi continua.
La tecnica impiegata, nella realizzazione di questa installazione composta da quattro corpi di grandi dimensioni, è quella del Vitrum Vivum, una rivoluzionaria fusione del vetro (simile a quella di una gettata in bronzo) già in uso da alcuni anni, grazie alle ricerche condotte dall’artigiano ceco Jiri Sin, ma qui potenziata nelle dimensioni e nel linguaggio plastico. Inoltre, il vetro, arricchito con l’uranio, illumina lo spazio con una luce misteriosa ed esoterica di tonalità giallo-verde.
Il linguaggio espressivo usato da Plesl combina in maniera abile e intelligente il fascino della geometria, e di un uomo posto al centro di un universo ordinato, con l’eccentricità e la fantasia della poetica barocca. Un barocco, quindi, che vanta l’aspetto insolito della materia, la sua tattilità, la sua capacità di ingannare e di suggerire sviluppi insospettati e di sorprendere con la forma e il colore.
Questo progetto, curato da Lucie Drdova, storica dell’arte e titolare dell’omonima galleria praghese, viene realizzato in concomitanza con The International Year of Glass, proclamato dall’ONU per il 2022. La mostra è stata realizzata grazie al sostegno della House of Arts of the city České Budějovice – Gallery of Contemporary Art and Architecture. Spendiamo anche due parole su questa specie di Kunsthalle, con sede nella Boemia meridionale, giusto per ricordare che al suo attivo vanta mostre di artisti di rango internazionale; facciamo qualche nome: Thomas Schütte (2022), Antony Gormley (2019), Sean Scully (2016), Lawrence Weiner (2010), Mimmo Paladino (2000).
Il catalogo, realizzato per questa iniziativa, accoglie testi di Lucie Drdova, Michal Skoda, Petr Borkovec.
Bruno Sain
Info:
Rony Plesl, Trees Grow from the Sky
23/04 – 27/11/2022
preview: 21 aprile, 10.00 – 16.00
ronypleslbiennale | ronyplesl | rony_plesl
Chiesa di Santa Maria della Visitazione
Fondamenta Zattere ai Gesuati, Venezia
Rony Plesl, Trees Grow from the Sky, 2022, installation, photo Petr Krejčí
Rony Plesl, Trees Grow from the Sky, 2022, installation, detail, photo Anna Pleslova
Rony Plesl, Le Grand Jeu, 2021, crystal and amber cast glass, 28 x 55 x 18 cm, photo Anna Pleslová
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