Sabrina Muzi. Attraverso

Un approccio antropologico e una pratica relazionale caratterizzano da sempre l’opera di Sabrina Muzi. L’interesse per l’essere umano e i popoli arcaici, insieme all’astrologia, la filosofia e l’esoterismo, costituiscono le principali suggestioni della mostra Attraverso, permeate da un forte senso dell’inaspettato. L’imprevedibilità domina la performance che inaugura la personale, il caso ne governa le tracce che osserveremo nei giorni seguenti.
L’antico libro de I Ching – la cui prima edizione europea ha visto il contributo di Carl Gustav Jung nella prefazione (1924) – rappresenta per l’artista la bussola per esplorare segni e sincronicità, e per ripercorrere gli eventi che hanno segnato la storia di Villa Davia, impiegata come presidio nazista durante la Seconda guerra mondiale. Serve, però, a traslare anche la sua esperienza nell’altro, attraverso la scelta di affidargli l’avventura di un cammino bifronte, simultaneamente rivolto al passato e al futuro. Alcuni degli ambienti sotterranei della villa, un tempo destinati ai prigionieri, si tramutano così nelle tappe di un viaggio catartico suddiviso emblematicamente in tre fasi scandite da brevi soste e azioni: la nascita, momento il cui corso è scandito da una preminente vena di casualità; la prova, momento in cui affrontare e superare le proprie sofferenze; il riscatto, ossia il momento chiave in cui si conquista la liberazione, in linea con le vicende del luogo.
L’ambivalenza di questo percorso, così come la configurazione del suo ultimo passaggio, vengono sintetizzati dal glifo di Chirone, simbolo che, nel designare il corpo celeste scoperto nel 1977, rimanda non soltanto all’immagine di una chiave, ma anche a quella di una freccia, ricollegandosi ai concetti di ferita e guarigione connessi al mito e alla stessa astrologia: Chirone, infatti, tra i centauri più saggi e grande esperto di medicina, venne colpito accidentalmente da un dardo velenoso per mano di Eracle, suo allievo, finendo per patirne i dolori in eterno, nonostante la sua immortalità.
Attraverso di Sabrina Muzi è sia ferita che guarigione, un viaggio dentro noi stessi tramite una narrazione individuale e collettiva. Come il libro de I Ching, il suo intento non è quello di chiarire, ma, semmai, di evocare: “All’uno il suo spirito appare chiaro come la luce del giorno, all’altro fosco come un crepuscolo, ad un terzo buio come
la notte” (C. G. Jung, 1924).
La mostra è curata da Antongiulio Vergine e rientra nelle attività promosse da Capital Project, collettivo formato da Marcello Tedesco, Silla Guerrini e Francesco Di Tillo, e programma di residenze artistiche.

ORARI
4 – 5 giugno 17.00/20.00 (breve pausa alle 18.00 e alle 19.00) – in queste giornate l’artista effettuerà la performance per gruppi contingentati di visitatori, i quali saranno invitati a percorrere gli spazi uno alla volta; dal 6 al 18 giugno su prenotazione: scrivere a antongiuliovergine@gmail.com.
Via di Colle Ameno 32, 40037 Sasso Marconi (BO), SS64 Porrettana

 


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