A Wound in a Dance with Love è la retrospettiva che il MAMbo di Bologna dedica, fino al 9 ottobre 2022, a Sean Scully (Dublino, 1945), artista statunitense di origini irlandesi che dopo ventisei anni dalla mostra a Villa delle Rose, dedicatagli dalla Galleria d’Arte Moderna, ritorna protagonista nel capoluogo emiliano.
La mostra, curata da Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, si pone come prosecuzione della precedente dal titolo Sean Scully: Passenger – A Retrospective, a cura di Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), esposta poi presso il Benaki Museum di Atene.
Le opere presenti raccontano l’evoluzione dell’artista dagli anni Sessanta a oggi, gli sviluppi espressivi del linguaggio, che si astrae partendo dal figurativo, per poi soffermarsi nella rappresentazione di vita familiare quotidiana, nelle opere più recenti. Forti i richiami ai maestri dell’arte antica e contemporanea con i quali Scully si pone in dialogo, traendone ispirazione, ma allo stesso tempo considerandoli una base per lo la sua arte astratta, seppur fenomenologica. La scomposizione delle superfici avviene in maniera mentale, con metodo e rigore. I piani si suddividono in griglie, linee, rettangoli, spazi squadrati, ritmati dal susseguirsi delle forme geometriche.
Il colore per Scully riveste un ruolo fondamentale; è attraverso di esso che egli comunica il suo modo di estrarre il reale, di raffigurarlo in modo alternativo, rispecchiandovi emozioni, sensazioni, sentimenti, vita vissuta. È un modo di ridisegnare la realtà attraverso un geometrico alternativo, seppur vicino a quello di Piet Mondrian, e con campiture di colore più dense e materiche rispetto a Mark Rothko. La rappresentazione diventa spirituale, essenza dell’essenziale, mezzo per esprimere la propria interiorità ancorata alla tradizione, ma influenzata dalle avanguardie e da tutta l’arte successiva.
Il percorso espositivo si apre con i due grandi lavori: What Makes Us Too (2017) e Uninsideout (2018-2020). La peculiarità che contraddistingue le opere di Scully è l’introduzione di elementi geometrici all’interno dello spazio pittorico, rendendo ancora più evidente l’alternarsi e la suddivisione delle forme nella rappresentazione. I dipinti Fort #1 (1978) e Blackcloth (1970) mostrano l’inizio del percorso dell’astrazione partendo dalla suddivisione del reale in forme ripetitive, ma allo stesso tempo rigorosamente organizzate, linee di suddivisione orizzontali e verticali, che danno vita a una nuova rappresentazione di accampamenti romani.
Nel centro della Sala delle Ciminiere domina Opulent Ascension (2019), imponente scultura allestita in occasione della 58° Biennale Arte di Venezia, nella chiesa di San Giorgio Maggiore, realizzata in feltro e nella quale lo spettatore può accedere seguendo con lo sguardo la tridimensionalità ascendente. Essa rappresenta la realizzazione in veste tridimensionale della complessa riflessione dell’artista, anche su ciò che riveste l’opera d’arte stessa. Come egli stesso espone: «Feltro: un materiale che per esistere viene pressato, e non tessuto a partire da una linea. […] Può la pelle di qualcosa, di qualsiasi essere, di qualsiasi oggetto, essere così preponderante da definire ciò che esso è? Tanto che tutto quanto sta all’interno diventa subordinato a ciò che sta fuori. Amo questa domanda. Perché non potrò mai darle risposta» (Sean Scully, New York, 9 marzo 2020).
Sulle pareti della Sala delle Ciminiere sono presenti alcune opere della serie Landline, tra cui quelle dedicate al secondo figlio: Oisín Green (2016) e Oisín Sea Green (2016) e, omaggi a Malevičcon Black Square (2020), realizzato durante la pandemia Covid-19 e a van Gogh, con Vincent (2002). È proprio grazie all’osservazione della Sedia di van Gogh che l’artista afferma: «È lei che mi ha reso possibile tutto questo. Entrare nel mondo dell’arte pensare che avrei davvero potuto fare dei quadri. Perché era talmente onesta, sincera. E naturalmente la sedia ha una parte al centro che è intrecciata… Nei miei quadri non c’è spazio. Sono molto claustrofobici; sono come van Gogh».
Nella sezione laterale ci si imbatte In The Bather (1983), dai colori vivi, quali il verde, il blu e l’arancio e di cui l’artista riporta: Come molti dei miei quadri… [The Bather] è un omaggio, in questo caso al grande pittore francese Matisse e al suo dipinto Bagnanti al fiume. Come vedi è un quadro abbastanza gioioso, nel senso che i colori ricordano molto da vicino la natura e la composizione ha una sorta di follia vertiginosa, un senso di estasi. È fisico e molto strutturato, ma la struttura non è quella della ragione. È la struttura del sentimento».
Sono inoltre presenti Empty Hearth (1987), frutto del senso di profondo dolore per la perdita del primo figlio, Mariana (1991) e Long Light (1998), parte della collezione del MAMbo, fondamentale per lo sviluppo dell’attenzione dell’artista verso lo studio della luce sulle superfici e sulle mura, attestato nelle opere successive come ad esempio in Wall of Light Blue Black Sea (2009).
A caratterizzare ulteriormente il percorso espositivo è la proiezione di alcuni filmati sull’artista e sulla sua carriera, studi effettuati con diverse tecniche e l’opera Aix Wall 4 (2021), ispirata a Morandi e che sarà donata dall’artista al MAMbo. L’artista bolognese viene omaggiato da Scully, inoltre, attraverso l’esposizione di altre due opere all’interno del Museo Morandi: Cactus (1964) e Two Windows Grey Diptych (2000).
A completare l’intero excursus, vi sono le opere figurative della serie Madonna realizzate da Scully tra il 2018 e il 2019. Protagonisti delle scene sono il figlio e la moglie immortalati durante scene di vita quotidiana, al mare, mentre giocano. Il tema della maternità è molto caro all’artista, che in questa serie enfatizza il sentimento, la tenerezza, lo scambio affettivo tra i protagonisti.
A corredo della mostra il catalogo Sean Scully. A Wound in a Dance with Love (Edizioni MAMbo, 2022).
Info:
Sean Scully, A Wound in a Dance with Love
a cura di Lorenzo Balbi
22/06/2022 – 9/10/2022
MAMbo
via Don Minzoni, 14 Bologna
Sean Scully, A Wound in a Dance with Love, installation view, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022. Ph. Ornella De Carlo, courtesy Istituzione Bologna Musei, MAMbo
Sean Scully, A Wound in a Dance with Love, installation view, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022. Ph. Ornella De Carlo, courtesy Istituzione Bologna Musei, MAMbo
Sean Scully, A Wound in a Dance with Love, installation view, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022. Ph. Ornella De Carlo, courtesy Istituzione Bologna Musei, MAMbo
Di formazione scientifica, ma con grande passione per l’arte, che ama raccontare, ammirandone tutte le sue espressioni.
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