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Set to Default: il mondo surreale di Nour El Saleh

Set to Default: il mondo surreale di Nour El Saleh

Una dimensione surreale e atemporale abbraccia lo spettatore di «Set to Default», la prima mostra personale in Italia di Nour El Saleh (1997, Beirut). Allestita al Castello di San Basilio, nel cuore della Basilicata, l’esposizione è il risultato di un periodo di residenza di due mesi, dove El Saleh ha lavorato accanto a una rosa di artisti internazionali composta da Sheida Soleimani, Nicolás Said e Rade Petrasevic.

Le opere di El Saleh sono popolate da bizzarri personaggi dai corpi sinuosi e deformi, i cui volti sono contraddistinti da pronunciati nasi aquilini e livide labbra carnose. I loro corpi seminudi e cadenti sono segnati da profonde grinze che impediscono al pubblico non solo di indovinarne le età, ma anche di collocarle in una determinata epoca storica. Queste figure sgraziate sembrano delle marionette appartenenti a qualche antico teatrino itinerante, pronte a interpretare un ruolo diverso a ogni messa in scena. Come uno spettacolo in tre atti, ciascuna delle tele rappresenta un preciso periodo della giornata: Set to Default la mattina, 1, 2, 3 SOLEIL? il pomeriggio e 33 Repetitive Strain la sera.

La qualità estetica dei lavori di El Saleh è enfatizzata dalla ricchezza dei dettagli che accompagnano lo spettatore in un complesso labirinto visivo, costruito da riferimenti iconografici che rivelano la profonda conoscenza dell’artista per i grandi maestri della storia dell’arte. In 33 Repetitive Strain una figura femminile seminuda è seduta in un ambiente chiuso, alle sue spalle una finestra si affaccia su una vecchia fornace in disuso. La fronte della donna è segnata da una sporgenza a forma ovale riconducibile al mito popolare rinascimentale della “Pietra della pazzia”.

Nello specifico, l’artista si è ispirata al dipinto fiammingo di Quentin Massys, Allegoria della follia (ca. 1510 – 1515), la quale viene raffigurata come un goffo personaggio con al centro della fronte un nodulo sporgente che, secondo la tradizione, è la pietra della pazzia, ovvero la stoltezza. In base alla credenza le persone affette da questa protuberanza portavano in sé la follia che poteva essere rimossa con un’operazione di incisione. Rispetto al dipinto di Massys, la pietra della pazzia in 33 Repetitive Strain è un essere vivente, con tanto di faccia alterata in una smorfia sorridente e lunghe braccia. Essa tappa le orecchie della sua ospite, un gesto che sembra accentuare come la pazzia ci renda sordi. La donna, dallo sguardo vacuo, indica con una mano il modellino di una casa scoperchiata. Quest’ultimo dettaglio, che ricorda i plastici architettonici utilizzati per lo studio delle scenografie teatrali, era già stato usato dall’artista, sebbene in forma diversa, in un lavoro precedente, The Actor’s Dollhouse (2020).

Il medesimo modellino ritorna in scala più grande in Set to Default, creando un collegamento visivo tra le due opere che sono poste l’una di fronte all’altra. In questa seconda tela i personaggi sono intrappolati nell’edificio, che è privo di porte. La natura teatrale della scena è accentuata dalla presenza di una figura femminile che, dall’esterno, sovrasta l’abitazione. Questa, rivolta parzialmente verso lo spettatore, sembra un burattinaio con il braccio disteso in avanti, pronto a muovere i fili delle sue marionette. Come un narratore onnisciente, la donna controlla lo svolgersi degli eventi. In un certo qual modo, la condizione di inconsapevolezza in cui vivono gli abitanti di Set to Default, che proseguono ingenuamente le proprie vite, ricorda il mito platonico della caverna, dove i prigionieri sono rinchiusi al buio, lontani dal mondo. Le loro unica realtà sono delle ombre proiettate sul muro. Il plastico architettonico ricompare una terza volta in una delle due miniature scultoree, 1 4 Quentin, dove l’artista, utilizzando una pasta per modellare, rompe la bidimensionalità della tela portando il soggetto a protendersi verso lo spettatore. La figura, dall’aspetto disarticolato, è ritratta con la bocca aperta e un piccolo viso sorridente che sporge dalla sua fronte.

Gli ambienti chiusi in 33 Repetitive Strain e Set to Default vengono completamente abbandonati in 1, 2, 3 SOLEIL? in cui i gialli e i verdi squillanti si contrappongono al cromatismo più scuro delle altre due tele. In quest’ultima opera le figure, che si muovono liberamente in un paesaggio ispirato alla campagna della Basilicata, sono collegate tra loro da un sottile filo rosso. Ciò sembra avere origine nel copricapo a forma di rombo della figura in primo piano: l’immagine della losanga, presente anche sul colletto dell’abito, è un dettaglio ricorrente nelle opere dell’artista, e compare anche sugli indumenti scenici dei suoi personaggi, nei pavimenti e nei panneggi.

El Saleh, attraverso la combinazione di personaggi singolari e colori audaci, riesce a creare un’atmosfera suggestiva, seducente, e al tempo stesso disturbante, in grado di intrappolare l’attenzione dello spettatore. Questo effetto è amplificato dalla scelta di dedicare a ciascun lavoro una parete, evitando elementi di distrazione e permettendo così una totale immersione nel singolo dipinto. Quella che propone l’artista è un’esperienza estetica rivolta non tanto a una mera lettura visiva del soggetto, quanto a una riflessione filosofica. Con i suoi dipinti El Saleh cerca di innescare nella mente dello spettatore un’azione auto-riflessiva sulle condizioni di controllo della società. Se da una parte gli individui si controllano a vicenda dall’altra sono a loro volta supervisionati.

Mariavittoria Pirera

Info:

Nour El Saleh, Set to Default
20/08/2022 – 4/09/2022
Castello San Basilio, Pisticci (MT), Basilicata

Nour El Saleh, portrait in the studio with 1, 2, 3 SOLEIL!, 2022, oil and oil pastels on canvas, 220 x 190 cm, courtesy the artist and Castello San Basilio

Nour El Saleh, 33 Repetitive Strain, 2022, oil and oil pastels on canvas, 120 x 100 cm, courtesy the artist and Castello San Basilio

Nour El Saleh, Set to Default, 2022, oil and oil pastels on canvas, 145 x 200 cm, courtesy the artist and Castello San Basilio


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