Simona Bertozzi. Athletes

Che la danza contemporanea si possa nutrire della vita e anche dei suoi gesti più ordinari è ormai una consapevolezza assodata, ma cosa succede quando questa disciplina incontra altre espressioni corporee altrettanto lessicalmente formalizzate come lo sport? È possibile ibridare due ambiti così diversi e le estetiche a essi sottese senza che l’uno diventi strumentale all’altro? E come possono reagire corpi individuali e collettivi alla tensione tra sollecitazioni apparentemente così contrastanti? Tali interrogazioni sono il punto di partenza del progetto “Athletes” della danzatrice e coreografa Simona Bertozzi, invitata a sperimentare queste possibilità di contaminazione attraverso una residenza artistica all’Atelier Sì, a Bologna, dove lo scorso 5 dicembre è stato presentato al pubblico in anteprima il primo episodio pilota di una proposta itinerante che nei prossimi mesi sarà sviluppata in altri luoghi e con il coinvolgimento di performer provenienti da differenti background sportivi, artistici ed esistenziali.

Simona Bertozzi, Athletes, Bologna, ph Luca Del Pia, courtesy Nexus Factory

La visione iniziale del progetto è stata ispirata all’artista dal mosaico Patrimonio dell’Umanità Unesco noto come “le Palestriti o Fanciulle in bikini”, risalente al IV secolo d.C. e ubicato in Sicilia nella Villa romana del Casale, edificio abitativo tardo antico, i cui resti sono situati a circa quattro chilometri da Piazza Armerina (EN), in Sicilia. L’opera rappresenta dieci donne intente ciascuna a una diversa attività sportiva ed è una rarissima testimonianza storica di agonismo femminile che celebra l’atletismo attraverso i corpi esposti e modellati dal gesto sportivo delle protagoniste raffigurate. Questo primo imprinting si è precisato e rafforzato nell’incontro con i suggerimenti curatoriali della direzione artistica di Atelier Sì, che in ogni residenza è solita affiancare agli ospiti coinvolti dei professionisti creativi di ambito differente con cui confrontarsi in reciproco rispecchiamento durante la gestazione dei progetti performativi.

Simona Bertozzi, Athletes, Bologna, ph Luca Del Pia, courtesy Nexus Factory

Per l’occasione le due guide individuate da Simona Bertozzi sulla base di questo invito sono state le atlete Ester Balassini ed Erika Morri, ex campionesse Azzurre, rispettivamente, di lancio del martello e di rugby, massime esponenti femminili di discipline comunemente considerate maschili e per questo estremamente lontane da tutto ciò che istintivamente si è tentati di associare alla danza. A tale complementarietà tra sport individuale e di squadra si è aggiunta la collaborazione con Meike Clarelli, autrice assieme a Davide Fasulo di una partitura vocale originale basata sulla campionatura e rielaborazione di tracce sonore provenienti dal mondo dello sport, e con un gruppo di nove donne (tra cui tre danzatrici e sei non professioniste) che hanno messo in gioco i loro corpi in un workshop intensivo durato due settimane per comparire in scena assieme alle atlete.

Simona Bertozzi, Athletes, Bologna, ph Luca Del Pia, courtesy Nexus Factory

Il cuore di quest’esperienza coreografica è una riflessione di stampo concettuale sulle possibilità di arricchimento del lessico tecnico della danza tramite l’inoculazione di codici corporei altri, a cui il contestuale apporto della componente vocale conferisce un’insospettabile scansione emotiva che, concentrandosi sulla formalizzazione di manifestazioni quasi incidentali della disciplina sportiva, ne sprigiona la coinvolgente carica liberatoria. La domanda al centro dell’interesse di Simona Bertozzi, ovvero come tradurre in danza dei gesti sportivi, ha generato un laboratorio finalizzato a investigare il movimento corporeo attraverso una sistematica emancipazione da specifiche abitudini gestuali con il delicato intento di far emergere un’ipotesi di libera espressione individuale nella relazione. I processi alla base di questa operazione sono complementari e antitetici: da una parte si è trattato di “smontare” gli automatismi di corpi – quelli delle atlete – abituati a essere sempre istantaneamente presenti a sé stessi, dall’altra di ibridare con la precisione finalizzata delle attitudini sportive (svincolate dall’obiettivo determinato da cui originano) i corpi – quelli delle danzatrici – esercitati alla continuità di un movimento che trova in sé stesso la propria ragion d’essere. Come primo banco di prova dei risultati di questo continuo e reciproco scambio e della possibilità di creare un grado zero comune di partenza dell’azione coreografica corale, i corpi inesperti delle donne né sportive e né danzatrici coinvolte, predisposti dal laboratorio a incorporare la sintesi di queste due prospettive, amalgamandola al proprio vissuto.

Simona Bertozzi, Athletes, Bologna, ph Luca Del Pia, courtesy Nexus Factory

L’idea è quella di rivelare l’aspetto poetico e l’insita creatività del gesto atletico valorizzandone la costitutiva esattezza in un’apertura alla molteplicità coreografica che passa attraverso la trasmissione di un codice relazionale. Il mistero del gesto rimane intatto, seppure scorporato nei suoi minimi elementi costitutivi, ma in questo processo il corpo ritrova sé stesso in una consapevole dimensione di esercizio e ostinazione, all’incrocio tra coreografia, sport e vocalità rituale. Un ambiente sonoro amniotico fatto di emissioni umane, elettroniche e persino di musica classica amplifica i movimenti e le relazioni delle performer con lo spazio, in una costellazione dinamica di traiettorie di corpi che anche quando si scontrano e si affrontano stanno facendo un gioco di squadra. In questo processo trasformativo e performativo i corpi sudano, respirano, si tendono nello sforzo, diventano marmorei e contratti per essere un attimo dopo fluidi ed eterei, si riuniscono in agglomerati simbiotici per poi disperdersi senza far mai venir meno l’ascolto reciproco. E, senza quasi accorgersene, il pubblico gradualmente smette di essere tale per farsi comunità senziente e cassa di risonanza di questa partita disarmante come ogni principio di realtà.

Info:

https://ateliersi.it/si/simona-bertozzi-athletes


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