Eros e Pathos scarnificano corpi e forme ancestrali. Fluidità di un segno in coesione tra violenza e armonia. Carnalità di un umano in dicotomia tra l’intimo e il visibile. Tonalità immaginifiche e sensuali dipanano una matassa di gesti tra il sacro e il profano, non nella sua lettura biblica, quanto nella sua più pura appartenenza terrena. L’istinto per il piacere è la differenza tra queste cose e l’artista è abile a rappresentarlo.
È da quest’ultima premessa che prende vita il titolo e la mostra stessa: Les différences entre les choses di Simone Stuto – pittore classe 1991, di Caltanissetta. È la mostra che ingloba i sensi in una sinestesia appagante, in cui la materia si fa carne, in cui le pulsioni si fanno colore, in cui la drammaticità delle figure si fanno simboli. Il registro cromatico che l’artista sceglie di utilizzare ha la capacità di suscitare sensazioni ed emozioni in accordo con la percezione umana, ormonali rilasci di suggestioni che circolano dalle tonalità di rosso fino ai viola stridenti, dai non-neutri grigi ai gialli più puri e intensi. Correnti calde e fredde si incontrano nelle pitture, cercano di coesistere in un impetuoso exploit. L’arte di Simone parla della vita terrena, della carnalità dell’esistenza, delle voglie che guidano in consapevolezze e scelte. Sovrappone forme, luoghi e situazioni lasciandone intravedere soltanto le parti più significative che stimolano lo sguardo. Un attento studio dell’arte postmoderna e contemporanea risulta essere la linea pittorica e figurativa che l’artista sceglie come propensione ai suoi lavori. C’è la corporalità segnica dell’espressionismo viennese; ideologie manieriste e simboliste; prospettive e proporzioni volutamente aggrottate come rimandi alle suggestioni baconiane. Non mancano rimandi a culture più orientali con i dettagli pittorici curvilinei ritrovabili nei cieli e ambienti che accolgono le figure così rappresentate.
All’interno della galleria di Riccardo Costantini – nel quartiere di San Salvario, a Torino – Simone Stuto, assieme alla sagace guida curatoriale di Francesco Poli, mette in scena la sua materia pittorica partendo da disegni che sono al contempo bozze e opere a sé stanti. Ogni sala prende una cromia diversa per differenziare e confrontare la sequenza degli olii esposti. Boudoir è l’opera più emblematica, che ben manifesta il fare del pittore. Sessualità e sensualità pervadono le figure rossastre al centro di un ambiente familiare e quotidiano. La scena è sospesa in quel frangente che precede le pulsioni vivide dell’essere. Questo eccitante pullulare di emozioni si contrappone con stridore alla seconda (per grandezza) opera in mostra.
Il mio volto (che non vedo) non proietta più un volto sullo specchio è il lungo titolo di un olio su tela di un’espressione assoluta. Le figure appaiono molli, deformi, in continuità con l’ambiente circostante, come inglobate in essere, come prive di vita propria. Sono corpi che antepongono la carnalità all’enigma, all’inquietudine, alla violenza intima. Con il susseguirsi di altre opere esposte si giunge ad ammirare un lavoro di particolare fattura. Salmodia è un polittico nato da un armadietto a parente in cui Stuto raffigura due scene, una esterna e una interna, in connubio tra loro. Nella parte esterna è possibile vedere un’ambientazione vagamente sacra, come un’ascesa (o discesa) di qualcosa (o qualcuno) avvolto da una luce brillante. Nella parte interna invece il colore assume tonalità fredde, i blu e i viola mostrano l’impeto umano separando due figure nella parte destra e sinistra. Potrebbe rimandare alla Cacciata dal Paradiso di Masaccio, ma nulla di questo racconto ha connotazioni bibliche, ciò di cui si parla ha a che fare soltanto con l’anima terrena.
Simone Stuto è un alchimista romantico che carica le sue opere di vitalità pura. La tensione figurativa della sua materia pittorica sa coinvolgere le più recondite necessità umane. Sa equilibrare forme e informe, colore e segno, surreale e caotica realtà. La sua arte è allusiva e diretta, affascinante e galvanizzante.
Info:
Simone Stuto. Les Différences entre les Choses
a cura di Francesco Poli
27/10/2022 – 10/12/2022
Riccardo Costantini Contemporary
Via Goito 8, 10125 Torino
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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