Chekos e Awer: questi i nomi della coppia di street artist (entrambi pugliesi, l’uno originario di Lecce, l’altro di Pomigliano a Mare), da qualche tempo dediti anche a creazioni per “interni”, i cui lavori sono attualmente esposti nella galleria Portanova12 di Bologna. Fedele alla consuetudine cooperativa che spesso è quasi d’obbligo quando si interviene sull’estetica di muri esterni, anche questa esposizione contempla alcune composizioni tra il grafico e il pittorico realizzate a quattro mani. E si può dire subito a ragion veduta, dal momento che l’ispirazione di entrambi sembra trovare arricchimento nella collaborazione col sodale.
Ma chi sono questi due? Una domanda forse non del tutto fuori luogo per cultori generalisti d’arte contemporanea come chi scrive, ma probabilmente impertinente per gli appassionati di street art. Entrambi hanno infatti dalla loro una carriera densa di esperienze degne di nota. I muri di Milano come quelli di Xiemen (Cina), Yogyakarta (Indonesia), Tetovo (Macedonia) e Valona (Albania) portano infatti già ampie tracce degli interventi di Chekos, sempre animato dalla volontà di valorizzare il genius loci con immagini-simbolo ad alto impatto iconico e emotivo.
Quanto ad Awer, che attualmente vive e lavora a Berlino, la sua opera si è compiuta finora tramite murales eseguiti in svariate parti del mondo, oltre che ovviamente nella terra d’origine, dal Libano al Regno Unito, dalla Polonia all’Austria, più precisamente a Linz, dove un suo lavoro campeggia al Mural Habor, quello che è ritenuto uno dei più grandi musei di arte urbana.
Tornando ora alla mostra della galleria Portanova12, di Chekos possiamo notare la serie di ritratti desunti da foto in bianco e nero cui sono sovrapposti strati retinati e ondosi, ampie macchie colorate e altri interventi segnici spaesanti. L’intensità dell’espressione dei volti contrasta evidentemente con le eterogenee marcature più decisamente d’origine tecnologica o immaginifica. Quanto l’icona antropomorfica soffra o sia valorizzata nelle sue passioni più proprie per la situazione in cui è colta, sta all’osservatore deciderlo. Del tutto prive di riferimenti antropomorfici sono invece i quadri di Awer dove linee, dimensioni, picchiettature e colori si coniugano a rievocare uno spazio e un mondo decisamente dinamizzati da flussi e echi psichedelici.
In questi approcci alla figurazione, tra loro quanto mai diversi, dunque, quello di Chekos, ancora rappresentativo di una realtà riconoscibilmente umana e quello di Awer, vigorosamente abbacinato tra le immagini di una qualche galassia artificiale, scossa e perduta in chissà quale angolo del cosmo o di un inconscio sognante, ritroviamo un intreccio e un dialogo che in maniera insospettata corre sotto la superficie. Ma ecco appunto che questa diversità diventa felice complementarietà quando i due artisti si adoperano a conciliare le loro differenti sensibilità. Sono così stati possibili tre quadri dove volti anonimi, sempre tratti da foto in bianco e nero, e sempre striati da linee e onde, compaiono all’interno di un campo sismico, colante, affollato da detriti immaginifici eterogenei ma addolcito dalla prevalenza di un rasserenante azzurro carta da zucchero.
Info:
SPARRING PATTERN: a double-show by CHEKOS and AWER
29/10/2022 – 26/11/2022
Portanova12
Via Portanova 12, Bologna
Valerio Romitelli (nato a Bologna nel 1948) ha insegnato, fatto ricerche e tenuto conferenze in Italia e all’estero. Suoi ambiti disciplinari: Storia delle dottrine politiche, Storia dei movimenti e dei partiti politici, Metodologia delle scienze sociali. Tra le sue ultime pubblicazioni: L’amore della politica (2014), La felicità dei partigiani e la nostra (2017), L’enigma dell’Ottobre ‘17 (2017), L’emancipazione a venire. Dopo la fine della storia (2022).
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