In Polonia l’hanno visitata in migliaia e Verona la ospita alla galleria Fonderia 20.9 fino al 4 giugno 2022: Strike di Rafal Milach è innanzitutto una riconfigurazione del rapporto tra fotografia e politica, fotografia e oggetto civile, urbano, civico. Il fotografo polacco associato alla celebre agenzia Magnum, assieme ai suoi colleghi del collettivo APP, ha raccontato le proteste di piazza che in Polonia hanno accompagnato alcune scelte governative coercitive della dignità della persona e della libertà personale: non ultima la negazione del diritto all’aborto.
Milach oltre che fotografo è anche un attivista, un educatore, un artista visivo che presiede la cura e la curatela delle sue mostre. Spesso, come l’altra (The first march of gentlemen) ospitata a Fonderia 20.9 anni fa, contamina immagine e architettura. Il suo lavoro si concentra sulle relazioni di potere tra la società e le strutture sistemiche. La sua attuale pratica artistica è lo scontro tra gesti non eroici e spazi apparentemente neutri, che sono in realtà collocati su uno sfondo politico di eventi attuali.
Strike ne è un esempio, un flash, come quelli di Alex Liverani, che ci sbatte sotto gli occhi i sistemi di controllo e le strategie di protesta. La natura oppressiva delle aree che Milach indaga si riflette nell’architettura, negli oggetti e nelle strutture sociali opportunamente formattate. Il suo non è del tutto fotogiornalismo, non è del tutto reportage. Milach alza l’obiettivo verso balconi e finestre per includere un’umanità attonita e distratta, abulica e atona nel flusso delle manifestazioni che scaldano invece le strade. Come i soggetti evocati da Yokomizo Shizuka nelle scatole di Takashi Homma, congelati dal flash, fissati in una formaldeide grafica, croppati sul confine tra disegno e fotografia, questi apolidi sono il fuori campo opaco e freddo al bollore che scorre anche nei video di sala.
Sbiaditi ormai i simboli e le icone di Solidarnosc, il rosso che sventola nelle piazze è quello del fulmine grafico inventato dal collettivo dei fotografi. Gran cosa quando la fotografia è incipit attivo. La saetta rossa campeggia sui volti, bandiere, finestre, cartelloni e striscioni perché Milach e colleghi l’hanno disseminata come strumento d’unità d’intenti. L’obiettivo di Milach include i margini, i bordi perché la periferia si riattivi e si espanda. Il suo punto di vista sospeso tra finestre e balconi (il mezzanino del Grande vetro di Duchamp o del Cane andaluso) rimbalza su quello diretto e allocutorio dei ritratti che irrompono nella griglia delle algide e anonime architetture geometriche riprodotte nell’allestimento (i testi sono a cura di Angelica Rivetti).
Lo Strike ci guarda e ci riguarda, anche dalla cattolicissima Polonia. La mostra è visitabile dal mercoledì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.00. Il sabato dalle 10 alle 13.00. Fonderia 20.9 nata nel 2015, al programma espositivo di artisti sia emergenti e sia affermati, affianca un lavoro di aggregazione sul territorio con workshop, una biblioteca consultabile di fotografia, e spazi laboratorio.
Info:
Rafal Milach. Strike
29/04/2022 – 04/06/2022
Fonderia 20.9
via XX Settembre 67/a, Verona
info@fonderia209.com
Rafal Milach, Strike, 2022, courtesy Fonderia 20.9, Verona
Rafal Milach, Strike, 2022, courtesy Fonderia 20.9, Verona
È critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea presso lo IUSVE. Insegna inoltre Lettura critica dell’immagine presso l’Istituto di Design Palladio di Verona e Arte contemporanea presso il Master di Editoria dell’Università degli Studi di Verona. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea in luoghi non convenzionali. È direttore artistico del festival di Fotografia Grenze. È critico teatrale per riviste e quotidiani nazionali. Organizza rassegne teatrali di ricerca e sperimentazione. Tra le pubblicazioni recenti Frame – Videoarte e dintorni per Libreria Universitaria, Lo Sguardo della Gallina per Lazy Dog Edizioni e per Mimemsis Smagliature nel 2018 e nel 2021 per la stessa casa editrice, Teatro e fotografia.
NO COMMENT