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Studio visit diaries #6 (feat Villa Lena): Annika Thiems in conversazione con Edoardo De Cobelli

Annika Thiems è un’artista tedesca con base a Londra, il cui lavoro verte sulla sartoria, tappezzeria, sculture e installazione. I suoi pezzi unici, sono sperimentali e site-specific, combinano funzionalità assurde e silhouette nette e traboccanti di pathos. Giocando con l’idea di funzionalità ed estetica, il contrasto tra i due aspetti produce opere profonde e intriganti.

Annika Thiems studio portrait, London February 2024, photo Guillaume Chuard, image courtesy of the artist

Edoardo De Cobelli: Ti ho incontrato nella cornice di eterna bellezza di Villa Lena, residenza nascosta nel paesaggio toscano. Un luogo di pace e riflessione dove, assieme ad altri cinque artisti e musicisti, hai trascorso un mese a elaborare la tua pratica. Hai creato diversi abiti unici, utilizzando oggetti di uso quotidiano e materiale riciclato. Quando cerco informazioni su di te su internet, salta fuori una pagina di Artforum su un premio curatoriale che hai vinto. Hai studiato come curatrice a Londra: in che modo la tua pratica è passata dal curare al creare?
Annika Thiems: Il mio percorso è iniziato con la creazione. Crescendo nel laboratorio dell’azienda di mobili della mia famiglia, ho imparato presto le basi del cucito e della tappezzeria. Ho realizzato oggetti con materiali di scarto, come scarpe gonfiabili con schiuma e bobine di vecchi divani. Ho mantenuto questa mentalità sperimentale durante i miei studi, approcciando sia la psicologia sia la curatela in modo piuttosto artistico. Durante l’isolamento del lockdown mi è stata regalata una macchina da cucire e ho iniziato a padroneggiare tecniche più avanzate. Guardando i risultati della residenza, una collezione di opere indossabili e “odorabili”, si potrebbe dire che ho chiuso il cerchio.

Annika Thiems, Villa Lena Studio, October 2023, image courtesy of the artist

La tua pratica ruota attorno al corpo, ma ‘raccoglie’ anche ciò che lo circonda: per lo più materiale trovato sia dal mondo naturale sia da abiti e tessuti di seconda mano. Guardando i meravigliosi pezzi che hai realizzato in poche settimane a Villa Lena, vedo fiori, erbe, feltro, uova (e altro) tutti cuciti in una serie di combinazioni sorprendenti. Da dove viene questo materiale? Decidi di prenderlo e usarlo con uno scopo preciso o segui un metodo più irregolare?
Sono attratta dai materiali che hanno una certa connotazione, soprattutto i tessuti per la casa: tovaglie, lenzuola, tende o materiali per la tappezzeria. Mi piace far emergere le contraddizioni utilizzando materiali robusti per oggetti delicati e viceversa. Per esempio, a Villa Lena ho riutilizzato la tovaglia di mia nonna per un simpatico ma ridicolo cappuccio che mi proteggeva dagli insetti che cadevano dagli alberi. Le pantofole blu sono fatte di organza fine e sono assolutamente inutili. Ogni volta che mi imbatto in un materiale dal carattere forte, lo aggiungo al mio archivio. Poco prima della residenza, mi è stato dato un mix di cotone non tinto, sete grezze, tela di pelo di cavallo e persino una pelle di coniglio. I capi che ne sono scaturiti avevano tasche cargo di seta o dettagli utilitaristici, altri erano repellenti per le zanzare come l’armatura di ravioli riempita di lavanda ed eucalipto essiccati.

L’attrito tra capi utili e inutili è ciò che mi ha fatto innamorare della tua sperimentazione. Ricordo un piccolo portauovo per picnic all’aperto che sfido tutti a usare (forse l’hai fatto anche tu), o una collana di piante grasse che non ha nulla a che vedere con la leggerezza del più tipico bijou. Non mi intendo di moda, ma a me sembra una creatività immediata, allegra e fresca, come se si desse forma alle idee seguendo il divertimento e l’intuizione. Era più legato alla libertà data dal contesto della residenza a Villa Lena, come l’opportunità di non avere vincoli, o è qualcosa che vuoi portare con te anche in circostanze più professionali?
La libertà della residenza ha certamente contribuito a formulare i temi di fondo: funzionalità, protezione, assurdità. Quando mi venivano proposte delle idee, rispondevo in modo intuitivo, facevo un passo indietro e collegavo i punti. Molti elementi rispondevano al sito, come le erbe repellenti per gli insetti che ho raccolto in giardino o le caratteristiche architettoniche della tenuta neorinascimentale. Mi affascinavano i dipinti trompe-l’oeil nella mia stanza, le false finestre sulla facciata e il modo in cui potevo tradurli in dettagli su misura.

Annika Thiems, “Mosquito Repellent Ravioli Window Bars”, 2024, reclaimed silk, grosgrain ribbon, dried lavender, wild mint, thyme, risotto rice and metal hooks, 46 x 57.5 x 2.5 cm, image courtesy of the artist

Sei rimasta in contatto anche con Damsel Elysium, residente con cui hai collaborato in Toscana e, più recentemente, per il lancio del suo primo EP. In questi due casi, si è trattato di un ensemble più complesso di ispirazione rinascimentale, più stratificato ed elaborato rispetto al resto della produzione toscana. Ti sei ispirata a Damsel come artista o al suo modo di cantare così particolare?
In entrambe le occasioni è stata un’esperienza da sogno. Il processo di collaborazione con Damsel è molto organico. Entrambi i capi prendono il suono come punto di partenza e sono realizzati con tessuti ‘rumorosi’ come il taffetà e la seta grezza. Il gilet di organza color terracotta per la performance di Villa Lena ha tasche per le pantofole ed è riempito di fiori secchi che frusciano quando vengono agitati. Nella performance dal vivo, Damsel ha suonato il contrabbasso e il violino insieme a registrazioni originali raccolte durante la residenza. Gli abiti per il lancio dell’EP ‘Whispers For Ancient Vessels’ sono realizzati in taffetà arricciato nei toni della terra per rispecchiare i temi della composizione. Il colore marrone chiaro e la consistenza malleabile lo fanno sembrare argilla.

A cosa stai lavorando attualmente? Progetti futuri o residenze?
Ho proseguito la serie Trompe-l’oeil Protection e sto modificando le immagini scattate sul posto per farne una pubblicazione. Inoltre, sto progettando molto per artisti di arte visiva, musica e teatro d’avanguardia. È divertente evocare un personaggio e comunicarne il carattere attraverso sagome e oggetti di scena. Sono ansiosa di passare alla danza, perché gli abiti in movimento hanno qualcosa di ipnotico. Il mio quaderno di schizzi contiene abbastanza materiale non realizzato per la prossima residenza. Mi piacerebbe sperimentare un’attrezzatura di protezione contro i cambiamenti climatici: caldo, inondazioni, grandine, ecc. Ora che so quanto possano essere multifunzionali i ravioli, sono decisamente attratta dal ritorno in Italia.

Edoardo De Cobelli

Info:

www.instagram.com/annikathiems


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