Paolo Simonazzi ha sviluppato il progetto Il filo e il fiume come un percorso nel tempo. Il suo viaggio lungo il Po, e nei territori che questo attraversa, è iniziato nel 2013, attingendo alle foci visive di un immaginario poetico, pacatamente mutevole.
Il filo fluviale, nel suo obbiettivo, si trasforma in uno strumento capace di agire come una unità di misura che cuce insieme e avvicina elementi geografici locali, che oggigiorno arrancano dimessamente cercando di emergere dalle vaste secche glocal.
I paesaggi d’Italia vengono avviluppati con una vena di nostalgia che si riversa nella scelta del taglio con cui viene immortalato il soggetto eletto.
Con un procedere sprighsteeniano on the road, o sarebbe il caso dire on the river, l’autore entra in contatto con le realtà dei posti che visita sottraendo alla vista le acque del grande protagonista: il fiume. Di rado il Po appare nella sua interezza, ma lascia spazio alla vita umana che circola attorno a esso, svelando dal fondo identità che proprio al fiume devono le loro caratteristiche e peculiarità.
Le analisi critiche non riescono a scandagliare tutti i misteri delle sue immagini: come fa Simonazzi a rendere importanti le cose? Perché la luce artificiale notturna che cade attraverso la nebbia sulle barche si trasforma in un evento? Perché una sala di un ristorante vuota a seguito di un pranzo cattura l’attenzione come fosse una piccola cascata inaspettata?
Con senso di silenzio, di distacco, in una dimensione statica e tranquilla, l’artista rende universale il particolare, poiché nessun luogo è vuoto e nessuno stato d’animo è così banale da non meritare un’interpretazione.
Un’antica cucina dismessa, abbandonata fra un prato e un campo, una signora anziana sorridente avvolta da una vegetazione lussureggiante, uno squarcio in una recinsione ricoperta di rampicanti secchi, tre pesci rossi in un acquario attraversato da fili elettrici, pittoreschi teli stesi ad asciugare in una giornata poco soleggiata…
Simonazzi trae continui stimoli da tutto ciò che gli altri sfiorano o evitano con indifferenza.
Quello che rende non effimeri questi lavori è il fatto di non essere semplici rappresentazioni di paesaggi, ma l’espressione dei pensieri di Simonazzi, dei suoi sentimenti per certi luoghi, per le persone che incontra e per le cose che visita, tocca, osserva. La luce, sebbene sobria presenza di grazia che non invade il palco dell’evento, permea ogni cosa facendone parte e donando vita.
Simonazzi è un grande fotografo, conscio del ruolo sociale e storico che occupa lì sul limitare, su quel filo nostalgico, a tratti metafisico, di un’Italia poco consapevole di sé, delle sue piccole realtà che, insieme, costituiscono la sua anima.
Domenico Russo
Info:
Paolo Simonazzi. Il filo e il fiume
26/03/2022 al 08/05/2022
Palazzo Pigorini
Strada della Repubblica 29/a, Parma
Paolo Simonazzi, Boretto (RE), 2016, courtesy dell’artista
Paolo Simonazzi, Bergantino (RO), 2017, courtesy dell’artista
Paolo Simonazzi, Comacchio (FE), 2013, courtesy dell’artista
Domenico Russo, curatore e critico d’arte, rivolge il suo impegno alla ricerca delle nuove tendenze con uno sguardo particolare rivolto alle modalità con cui l’arte contemporanea si connette e interagisce con altri ambiti, convinto che essa sia una sensibile verità attraverso cui leggere il tempo che vive.
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