Il corpo è testimonianza. Rughe, nei, cicatrici: impresse come lettere narranti di una storia passata. Pelle differente, destino differente. Energia materica che svuota e riempie l’anima echeggiante. Il corpo è antropologia di essenze e presenze, di assenze e latenze. Empatia di denuncia, empatia di resistenza. Il corpo è arte: arte come sofferenza, arte come coscienza, arte come identità.
Il corpo non è un semplice mezzo per Susana Pilar, artista habanera classe 1984, ma un contenitore di emozioni, ricordi, dolore. Come una spugna, assorbe mentalmente e fisicamente le diverse sfumature del vissuto, per poi strizzarsi ed espiare i sentimenti. Per l’artista l’atto performativo è una testimonianza visibile di ciò che trova silenzio. Mute sono le esperienze dell’angoscia e senza voce le parole da condividere. Identificarsi nell’altro è il martirio della verità, del rispetto, del dichiarare prove tangibili sull’atrocità dell’esistenza umana. Ardore e brutalità come gesti e segni di un’arte sensibile e ispiratrice. L’immobilità della storia è la movenza di Pilar. Non esiste un’unica motivazione che guida il suo corpo, bensì questioni sociali, coloniali e antropologiche, discriminatorie sulla razza e sul genere. Anche le sue origini subsahariane sono un ulteriore campo di indagine e manifestazione storico culturale. Il suo corpo diviene il luogo di memorie collettive in cui riflettere ruoli e condizioni, investigare l’essere umano e la propria identità. È un linguaggio nudo e puro, talvolta combinato ad altri media, come disegno, fotografia e scultura, per istinto o affinità elettiva, che diventano tracce partecipative tra passato e presente.
Per la prima volta negli spazi di Galleria Continua a San Gimignano, la corporalità di Susana Pilar viene esposta in Empatía. La mostra è un invito alla reciprocità intima, alla condivisione e conoscenza di una coscienza silente. Vibrazioni di energia generano brividi connettendosi alle opere esposte. Il corpo dell’artista si antepone negli scatti negativi di Sin Titulo de la serie Paso, Acceso Ilimitado velando – ma non nascondendo – quei lividi di violenza su donne cubane dal destino troncato. Sono queste immagini come archivio di denuncia collettiva verso l’oggettificazione del corpo femminile, troppo ancorato a fenomeni culturali, ma non troppo tardi per esser esorcizzati. Black Stories è un’istallazione di origami neri, risultato di una delle performance più toccanti dell’artista cubana. È una ricerca intima, fatta di reminiscenze di antenati congolesi schiavizzati dalle colonie belghe. Si tratta di oggetti apparentemente insignificanti, che, invero, riconducono ai ricordi di un’esistenza strappata e punita con la mutilazione.
«No tan con las manos, cuando con los pies» dichiara l’artista a proposito di tali origami, realizzati per la prima volta nel 2019 nel corso di una performance durata tre ore con il solo utilizzo dei piedi. Un atto di concentrazione assorta con lo scopo di scuotere l’animo e giungere al rispetto. Anche nelle fotografie di Intercontinental Drawing la performer, trascinando seminuda una barca durante la Biennale di Venezia del 2017, rimarca il concetto della deportazione, riaffermando una necessaria riflessione sull’eredità. Susana Pilar è un’artista che fa del suo corpo una testimonianza attiva, per-formare coscienze e indagare verità oscurate dalla storia. La sensibilità del suo linguaggio estetico è acuta dove l’occhio ha scelto di non vedere, dove le orecchie hanno scelto di non sentire, dove le mani hanno scelto di agire. Corpo come cambiamento.
Info:
Susana Pilar. Empatía
20/01 – 31/03 2024
Galleria Continua
Piazza della Cisterna 26, San Gimignano (SI)
www.galleriacontinua.com
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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