Svenja Deininger. Two Thoughts

Inaugurata poco prima del blocco nazionale provocato dall’emergenza Covid-19, la mostra Svenja Deininger. Two Thoughts alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia non ha ancora ricevuto, per queste cause di forza maggiore, tutta l’attenzione che meritava. L’abbiamo visitata virtualmente, attraverso le immagini e i video ufficiali, fiduciosi che ci sarà la possibilità tra qualche settimana di avvicinarci dal vivo al pensiero pittorico e materico dell’artista austriaca, che in questa sede incontra quattro dipinti degli anni Venti dell’avanguardista Władysław Strzemiński, prestati dal Muzeum Sztuki di Łódź.

Il confronto con le “Architectural compositions” del pittore e teorico polacco e con la sua concezione della pittura come puro spazio, fa emergere differenze e affinità formali e concettuali tra due culture e due periodi storici ormai distanti ma anche una relazione di continuità nella manipolazione della pittura e della forma. “Avevamo qualcosa in comune” spiega Deininger “non nei contenuti ma nel modo di concepire la pittura e nelle soluzioni a cui siamo giunti. La mia pittura è molto concreta, più legata ai materiali, quindi di sicuro meno astratta di quella di Strzemiński. La differenza tra il nostro periodo e il suo sta nel fatto che adesso noi non cerchiamo di trovare nuovi modi di esprimere ma il nostro linguaggio, usando tutti i linguaggi che conosciamo. Il mio lavoro non è né astratto né evidentemente figurativo. Dipingere per me è una sorta di linguaggio. L’obiettivo è che tutti coloro che si trovano di fonte a un dipinto provino una sensazione molto concreta e debbano inventare una parola per esprimerla”.

Incredibilmente, a guardare l’aspetto bilanciato e rigoroso dei suoi dipinti, Svenja Deininger non progetta a tavolino le sue composizioni né realizza disegni preparatori. È tutto incentrato su un processo che preserva la propria autenticità in un’attenta equidistanza tra logica e istinto. L’immagine si costruisce proprio come un discorso appassionato, in cui ogni parola spinge il pensiero verso la sua destinazione finale senza conoscerla a priori. Molto importante è per l’artista la possibilità che le sue strutture di forma e colore siano poi plasmate a abitate dall’interpretazione soggettiva e dalle emozioni sensoriali dello spettatore, che nei suoi allestimenti si trova immerso in un universo astratto misteriosamente connesso con i sussurri della vita.

Le opere in esposizione, nonostante appartengano a un ciclo pittorico unitario realizzato nell’arco di un anno, presentano caratteristiche molto differenti tra loro: alcune mostrano pennellate libere e curve irregolari, altre sono più razionali e geometriche, altre ancora sembrano la proiezione pittorica di uno studio architettonico. In alcuni casi i colori assorbono la luce senza rilasciarla, in certi dipinti la superficie sembra accarezzata da una luminosità diafana, mentre in altri i contorni delle forme individuano sottili ombrose cavità la cui profondità mentale non riusciamo a intuire.

Le texture sono il risultato di una lunga sperimentazione in cui la pittura si diverte a fingere altri materiali, come legno o tessuto, innestando nel rigore concettuale dell’astrazione quasi una sorta di virtuosistico compiacimento per le proprie possibilità di illudere ed eludere, come avveniva nei tempi passati. Di stampo tradizionale sono anche le preparazioni, a base di gesso, colla e polvere di marmo, che l’artista utilizza per raggiungere il risultato desiderato, che spesso per lei coincide con la scoperta di una nuova imperfezione.

Se nella visione a distanza prevale l’apparente idealizzazione del suo immaginario geometrizzante, avvicinandoci al dipinto (o ingrandendo sullo schermo del computer un’immagine con buona risoluzione) scopriremo tutte le irregolarità del gesto umano, in grado di alimentare il segreto mordente di una pittura che rifiuta l’autoreferenzialità per rivolgersi verso il mondo delle forme volubili dell’esistenza sensibile. Nella pittura di Deininger si possono rintracciare molti riferimenti alla storia dell’arte, come il minimalismo americano, Delaunay, Morandi e De Chirico. Queste reminiscenze emergono non come intenzionali citazioni ma come emanazioni della cultura visiva della pittrice, a ulteriore conferma della matrice vitalistica di una pittura che ingloba ciò che desidera in un tenero sguardo d’amore.

Info:

Svenja Deininger. Two Thoughts
8 marzo – 6 dicembre 2020
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi, 66 Reggio Emilia
http://www.collezionemaramotti.org/it

Svenja Deininger. Two Thoughts. Exhibition view Collezione Maramotti, 2020 Ph. Andrea RossettiSvenja Deininger. Two Thoughts. Exhibition view Collezione Maramotti, 2020 Ph. Andrea Rossetti

Svenja Deininger. Two Thoughts. Exhibition view Collezione Maramotti, 2020 Ph. Andrea Rossetti

Władysław Strzemiński Architectural Compositions 1928-1929. Exhibition view Collezione Maramotti, 2020 Ph. Andrea Rossetti

Svenja Deininger. Two Thoughts. Exhibition view Collezione Maramotti, 2020 Ph. Andrea Rossetti


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