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Tatiana Yasinek presenta A.MORE gallery, Milano

Tatiana Yasinek presenta A.MORE gallery, Milano

Si dice che chi nasce in tempi di carestia o di guerra ha dentro il fuoco per farcela, soprattutto nei momenti più bui. La A.MORE gallery di Milano è un progetto giovane, un’esperienza iniziata soltanto da qualche mese. Lo scorso ottobre, infatti, i due galleristi Tatiana Yasinek e Aldo Salucci hanno aperto le porte del loro spazio senza paura alcuna. La devozione per l’arte e la voglia di creare una programmazione avvincente li ha guidati attraverso scelte non ordinarie, come la prima personale in Italia dell’artista Reihaneh Hosseini. Successivamente, il 18 novembre, si sarebbe dovuta inaugurare la mostra di Mario Schifano L’arte sono io, con la quale A.MORE gallery avrebbe continuato il proprio lavoro incentrato sulla pittura contemporanea. Eppure, a pochi giorni dal nuovo allestimento, la situazione sanitaria nazionale ha costretto alla chiusura la città di Milano. L’entusiasmo ha vacillato e si è dovuto immaginare un modo alternativo per andare avanti. Come? Tornando alle origini.

Ad oggi, le gallerie sono uno spazio espositivo a tutti gli effetti, frequentato da una moltitudine di personalità diverse, al pari di qualsiasi altro luogo di cultura. Tuttavia, non bisogna dimenticare la loro vera natura; una galleria è, prima di tutto, un’attività commerciale, che deve tener conto dell’analisi di mercato. Allo stesso tempo, è una vetrina per gli artisti che decide di rappresentare. Non stupisce, allora, la scelta della Yasinek e di Salucci di presentare la singolare selezione di opere pittoriche dell’artista Mario Schifano sulla loro piattaforma internet: sette tele smaltate e cinque disegni su carta, la maggior parte realizzati durante gli anni ‘70 del secolo scorso. Soltanto Particolare per strada appartiene al 1962, ma è di fondamentale importanza per comprendere i successivi lavori, incentrati sulla decostruzione del paesaggio. Non a caso, il corpus centrale è caratterizzato dai collage del 1970 e dalla tela Oasi del 1973. Senza titolo del 1984, invece, è un poetico paesaggio astratto dove espressivi schizzi di colore compongono dei meravigliosi gigli d’acqua, che danno il titolo alla serie.

Nel momento in cui la visita reale è impossibile, A.MORE gallery torna a svolgere il suo ruolo principale tramite una sorta di catalogo consultabile online. Certo, l’esperienza visiva mediata da uno schermo non può essere paragonata alla visione dal vivo, ma i due galleristi hanno dato prova di riuscire a reagire con prontezza. È da qui che nasce questa intervista a Tatiana Yasinek, la quale ha deciso di accompagnarci nell’attesa della riapertura raccontandoci il lavoro svolto negli ultimi mesi all’interno della sua galleria.

Erica Massaccesi: Nonostante il periodo storico così complesso e incerto, nell’ultimo mese si è sentito parlare di alcuni nuovi e arditi progetti; la A.MORE gallery è uno di questi. Come è nata l’idea?
Tatiana Yasinek: Sembrerà una risposta banale ma l’idea nasce semplicemente da due persone, io e Aldo Salucci, che hanno una grande passione per l’arte contemporanea.

Erica Massaccesi: Il nome A.MORE ha qualche significato preciso e un richiamo alle vostre ricerche estetiche e stilistiche, passate e presenti?
Tatiana Yasinek: Sì, abbiamo voluto cercare un nome diverso, di impatto e che la gente ricordi con facilità e curiosità. “A” come arte, “more” come di più, la cui unione forma una delle parole più belle da dire e sentirsi dire: AMORE. D’altronde, è anche il modo con cui cerchiamo di fare ogni giorno il nostro lavoro.

Erica Massaccesi: Il 18 novembre si sarebbe dovuta inaugurare la mostra “Mario Schifano – L’arte sono io”. In che modo spiega questa volontà di rappresentare sia giovani artisti, alle loro prime esperienze in terra italiana, sia un maestro dell’arte contemporanea? Quali obiettivi vi siete prefissati?
Tatiana Yasinek: Cerchiamo soprattutto di esporre giovani artisti la cui arte sia molto espressiva, “potente” e “diretta”. Ad esempio, a gennaio 2021 esporremo Jacob Patrick Brooks (Kansas City, 1994), anche lui alla sua prima personale italiana come Reihaneh Hosseini.  Il nostro obiettivo è che gli artisti e le opere che esponiamo attirino l’attenzione dello spettatore e sollevino in lui un qualsiasi sentimento, positivo o negativo. Solo allora l’arte avrà raggiunto il suo scopo. Allo stesso tempo, ci dedicheremo anche ad alcuni progetti su artisti consolidati che hanno avuto un ruolo importante nella storia dell’arte. Il primo di questi è proprio Mario Schifano, poiché crediamo che sia molto più contemporaneo di tanti giovani artisti che escono oggi dalle accademie d’arte. È stato in grado di rivoluzionare il linguaggio pittorico, creandone uno inedito, di ispirazione per tutte le generazioni successive.

Erica Massaccesi: Augurandoci che i luoghi della cultura possano riaprire molto presto, raccontateci qualcosa dell’esposizione. In che modo avete scelto le opere? Affronterete una tematica particolare?
Tatiana Yasinek: Abbiamo scelto opere che cercano di rappresentare tutte le innovazioni che Mario Schifano è riuscito a darci nella sua variegata carriera: dai “particolari” degli anni Sessanta, ai “paesaggi anemici” ed “oasi” degli anni Settanta, alle opere più pittoriche come i “gigli d’acqua” degli anni Ottanta. Come si può vedere, il focus principale rimane sempre la pittura.

Erica Massaccesi: Ritorniamo al vostro lavoro. Vi occupate personalmente delle attività curatoriali o avete in mente delle collaborazioni con qualche curatore o partner esterno?
Tatiana Yasinek: Riteniamo che la parte più interessante e appagante del nostro lavoro sia scegliere personalmente gli artisti da esporre e presentare. Siamo ovviamente aperti a collaborazioni, ma con la condizione che ci debba essere la condivisione della stessa visione dell’arte contemporanea e della filosofia della galleria.

Erica Massaccesi: Una domanda spinosa; come galleria d’arte, in un periodo in cui il mercato fa fatica a ripartire, cosa vi proponete e come pensate di affrontare questo nuovo lockdown? Inoltre, avete già qualche piano per il futuro?
Tatiana Yasinek: Ovviamente non è il periodo migliore per iniziare una nuova attività, in tutti i settori e non solamente nel campo dell’arte. Cercheremo di usare i canali social, come oggi fanno tutti, e speriamo soprattutto che le fiere riaprano presto. La gente ha voglia di tornare a vedere le fiere per condividere con amici, collezionisti e galleristi la passione comune per l’arte. Dato che pensiamo di aver fatto una bella programmazione per il primo anno, in futuro vorremmo solo continuare così e avere la possibilità di presentarci al grande pubblico nelle fiere d’arte. A tal proposito, abbiamo partecipato alla manifestazione Digital Black, il primo Black Friday dell’arte, mentre in seguito, dal 4 al 14 dicembre, ci sarà l’evento Digital Yellow. Entrambi sono organizzati da ArtVerona sulla piattaforma Artshell.

Erica Massaccesi

Info:

Mario Schifano – L’arte sono io
18 novembre 2020 – 19 dicembre 2021
A.MORE gallery
Via A. Massena 19, 20145, Milano

Mario Schifano, Senza titolo (10), 1979-80. Smalto e collage su tela, 160×130 cm, ph courtesy A.MORE gallery

Mario Schifano, Senza titolo, 1984. Smalto e acrilico su tela, 100x100 cmMario Schifano, Senza titolo, 1984. Smalto e acrilico su tela, 100 x 100 cm, ph courtesy A.MORE gallery

Mario Schifano, Oasi, 1973. Smalto su tela, 200 × 93 cm, ph courtesy A.MORE gallery

 


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