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Terza Terra: Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte a Villa Manin

La mostra di Michelangelo Pistoletto a Villa Manin di Passariano (Udine) è uno degli appuntamenti nodali che segna il ritorno ai fasti di un passato recente. Su Pistoletto qualsiasi parola può sembrare superflua, comunque è giusto ricordare che il suo lavoro è parte inscindibile di quel grande movimento che Germano Celant teorizzò come Arte Povera o, per dirla con una definizione più allargata, come appartenenza al filone dell’arte processuale in essere negli anni Sessanta e Settanta. Il suo lavoro, con grande forza e carattere, si è poi evoluto in senso politico e sociale, fino a sfociare nel progetto di Cittadellarte, di cui è stato il mentore e fondatore, a partire dal 1998, a Biella, sua città natale.

Michelangelo Pistoletto, simbolo del “Terzo Paradiso” disegnato nel parco di Villa Manin di Passariano (Udine). Ph. courtesy ERPAC FVG

In particolare, per Villa Manin, “Terza Terra” è un progetto che prevede una mostra dove sono esposti alcuni capolavori di Michelangelo Pistoletto in dialogo con le opere di undici artisti italiani e stranieri, che mettono anch’essi al centro della loro poetica una dimensione etica e sociale. Ecco i loro nomi: Noor Abed, Nico Angiuli, Caretto/Spagna, Luigi Coppola, Ryts Monet, Isabella Pers, Tiziana Pers, PLoT, Robida, Chiara Sgaramella, Michele Spanghero. Inoltre, nel corollario del progetto è previsto un fitto programma di incontri aperti al pubblico, e che invitano a riflettere sulle nuove opportunità di intendere l’arte e sul ruolo dell’espressione artistica nella trasformazione della società e del territorio. Grande istanza morale e di impegno delle arti visive all’interno della società è il nodo di questo progetto, istanza a cui va iscritto, per esempio, anche il lavoro di Piero Gilardi e il PAV da lui fondato e a cui possiamo aggiungere (come ulteriori esempi) i nomi di Hans Haacke, William Kentridge, Christian Boltanski, Richard Bell, Kader Attia.

Michelangelo Pistoletto, “Quadro da pranzo” 1965, legno, cm 200 x 200 x 50, (collezione Walker Art Center, Minneapolis), allestimento realizzato a Villa Manin, 2024. Ph. A. Curto, courtesy ERPAC FVG

Alcune tra le opere più importanti di Pistoletto sono esposte nelle bellissime sale di Villa Manin, tra cui si ricordano i Quadri specchianti (dove il rifrangersi dell’immagine sta a indicare anche un dialogo tra vita personale e realtà infinita), la Venere degli stracci (dove la materia bruta e informe, quella considerata non artistica, si confronta con la storia dell’arte), il Mappamondo (ovvero una Sfera di giornali, il cui primo prototipo faceva parte del teatro di strada, ovvero dello “Zoo” inteso come forma di relazione con la città e i cittadini). L’esposizione, realizzata con la curatela di Guido Comis, direttore di Villa Manin per l’ERPAC (Ente regionale per il patrimonio culturale), in collaborazione con Paolo Naldini direttore di Fondazione Cittadellarte, ha portato, in queste bellissime sale intrise di storia e stratificate di cultura, lo spirito autentico dell’istituzione biellese, mettendolo a confronto con i lavori di altri artisti, e allargando il dibattito sull’etica della produzione, sulla socialità e sulla condivisione.

Noor Abed, “Penelope” 2014, still from film. Ph courtesy ERPAC FVG

“La presenza delle opere di Michelangelo Pistoletto a Villa Manin – spiega il curatore Guido Comis – è l’occasione per fare di Passariano un luogo di creazione, di confronto e di sperimentazione sul modello di Cittadellarte, ma soprattutto di coinvolgimento di tante diverse anime della regione. Le immagini delle opere esposte e realizzate, ma anche le idee che emergeranno dai dibattiti e dagli incontri che si terranno nel corso dei mesi saranno raccolte in una pubblicazione. Più che un catalogo tradizionale, si tratterà del diario di un viaggio verso nuove opportunità di intendere l’arte e il suo ruolo nella società”.

Isabella Pers “Da l’acqua o da lo specchio” 2020, performance, Sampieri, Sicilia, 2020. Foto Marcello Bocchieri, courtesy ERPAC FVG

Sono, dunque, le opere stesse di Pistoletto esposte a Passariano a dettare i temi di confronto e di dibattito: società, moda, politica, educazione, cibo e agricoltura. Uno dei punti di forza del percorso proposto è proprio il Terzo Paradiso, simbolo ideato da Pistoletto a esprimere l’intreccio equilibrato tra l’artificio e la natura. Tale simbolo è stato realizzato nel parco di Villa Manin in forma botanica, per cinquanta metri di lunghezza, quasi per voler affrontare le questioni, oggi all’ordine del giorno, della produzione agricola e della sostenibilità alimentare. Una creazione “in divenire”, che sarà fatta crescere anche grazie all’uso di uno speciale carbone vegetale che aumenta la fertilità dei terreni, il Biochar. “Il Terzo Paradiso – dichiara Michelangelo Pistoletto – è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura, è il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzi tutto ri-formare i princìpi e i comportamenti etici che guidano la vita comune”.

Michelangelo Pistoletto, “Mappamondo (Oggetti in meno 1965/1966)” 1966-2016, opera ambientata nelle sale di Villa Manin. Foto Alessandro Lacisarella, courtesy ERPAC FVG

L’esposizione, accompagnata da una serie di incontri intitolati “Arte della Demopraxia”, prevede il coinvolgimento di organizzazioni pubbliche e private, esponenti del mondo produttivo e agricolo, rappresentanti delle istituzioni e della cultura. Villa Manin sarà, dunque, fino al 31 dicembre di quest’anno, luogo di esercizio della demopraxia, neologismo coniato da Cittadellarte per definire il processo di trasformazione sociale attraverso il coinvolgimento diretto di tutte le associazioni e i gruppi di lavoro di un territorio. In particolare, per la selezione degli artisti chiamati a dialogare con i temi e le istanze rappresentative delle opere di Pistoletto, Villa Manin ha collaborato con il comitato curatoriale  di Unidee, Residency Program (il programma ultraventennale di residenze di Cittadellarte) composto da Juan E. Sandoval, artista COL, Andy Abbot, curatore U.K., Alessandra Saviotti e Beatrice Catanzaro, mentre per il programma di incontri che accompagneranno la mostra la collaborazione è stata instaurata con Giacomo Bassmaji.

Michelangelo Pistoletto, “Venere degli stracci” 1967-2014, a Villa Manin, cemento, smalto, stracci, 190 x 240 x 140. Ph courtesy ERPAC FVG

Gli incontri organizzati intorno al percorso espositivo si terranno in un’arena temporanea realizzata con materiali ecologici e riciclabili nel salone centrale della villa, progettata e costruita dagli studenti dell’ISIA Roma Design di Pordenone, sotto la guida dei loro docenti. “Il lavoro collaborativo dell’istituto – conclude Comis – incarnerà lo spirito promosso da Cittadellarte e della demopraxia stessa: l’arena sarà il frutto del confronto di idee e il contributo manuale di una comunità, in questo caso di studenti e docenti”.

Alessio Curto

Info:

Terza Terra: Michelangelo Pistoletto e cittadellarte
25/5/2024 – 31/12/2024
Villa Manin di Passariano
piazza Manin n. 10
Passariano, Codroipo (UD)
Da martedì a domenica, h 10.00 – 19.00
www.villamanin.it
+39 0432.821211
info@villamanin.it


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