La Galleria Curro di Guadalajara presenta la prima personale dell’artista Claudia Peña Salinas in Messico. Tezcatlocan è il titolo di un evento espositivo che accoglie un corpus di lavori piuttosto ampio esprimendo la forza e l’essenza del pensiero indigeno messicano connettendola all’urgenza della contemporaneità attraverso combinazioni di strutture e materiali definiti e minimalisti.
Un risultato narrativo che è allo stesso tempo estetico e politico, espressione di un contesto storico e culturale connotato da un vibrante apparato simbolico e rituale. I linguaggi della scultura, installazione, video, pittura, accanto a diverse pubblicazioni e fotografia, veicolano un mondo simbolico che allude alla dimensione precolombiana trovando nella fibra naturale uno dei materiali privilegiati per stabilire una connessione con un mondo arcaico identitario e biografico.
Il concetto di spazialità si ritrova al centro di una profonda investigazione. È lo spazio mesoamericano a trovare una manifestazione epifanica nelle sculture dell’artista. Non si tratta però di un topos qualunque quanto di quello spazio generato dagli elementi naturali espressione di un’armonia che si traduce a livello estetico e poetico. Uno spazio che attraverso l’arte può essere percepito e pensato. Spazio reale e spazio dell’opera sono generati secondo coordinate di verticalità e spazialità, qualità percettive e simboliche predominanti nei lavori dell’artista.
Il simbolo è un profondo anello di congiunzione tra presente e passato. Lo specchio (tezcatl in lingua Nahuatl), accanto all’occhio, costituisce uno dei cardini simbolici a partire dal quale si snoda una sintassi solida ed essenziale. Con la sua superficie riflettente, lo specchio è accesso a una dimensione occulta e profonda, un leitmotiv simbolico che Claudia connette al paradiso terrestre di Tlalocan dominato da Tlaloc, dio della pioggia, e Chalchiuhtlicue, dea della fertilità e dei corsi d’acqua.
Anche quando l’artista predilige il linguaggio documentario e multimediale è evidente la profonda connessione tra contemporaneo e passato arcaico. Tlachacan (2017) è un video che narra di un viaggio alla ricerca di un monolite originale, una ricerca non certo facile che porta alla superficie repliche e multipli trovati nel territorio nazionale e che dà all’artista l’opportunità di presentare temi attuali e controversi come quello della costruzione del nuovo aereoporto nei pressi del lago Texcoco o della crisi idrica.
La vita stessa coi suoi viaggi in luoghi reali è una fonte di ispirazione e investigazione per l’artista. Il dettaglio topografico però si sgancia dalla sua definizione primaria per esplorare territori sconosciuti nella cui ambiguità o polivalenza semantica si incontrano esperienza e conoscenza universale.
La mostra sarà visitabile sino al 1 marzo 2019 negli spazi della Galleria Curro di Guadalajara (Messico).
Giuliana Schiavone
For all images: Claudia Peña Salinas, Tezcatlocan installation view at Galleria Curro, Guadalajara
Storico dell’arte, critico e curatrice indipendente. Lavora attivamente in progetti dedicati alle arti visive occupandosi in particolare di scrittura critica e comunicazione. Attualmente vive in Messico dove lavora come docente universitario di Gestione delle Arti Visive. Parallelamente al suo percorso di studi in Storia dell’arte, archeologia e curatela di eventi culturali, si é diplomata in canto jazz presso il Conservatorio di Bari N. Piccinni. Al centro dei suoi interessi si incontrano le manifestazioni artistiche connesse alla relazione tra musica, voce e suoi aspetti rituali e iconografici.
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