Thomas Demand. House of Card

Museum Leuven o semplicemente M è un museo situato nel centro storico della città di Leuven, in Belgio, ed è stato ufficialmente inaugurato nel 2009. M (con la sua collezione di circa 52mila opere e documenti artistici, una superficie disponibile di 13.500 mq e uno spazio espositivo da 6.500 mq) si distingue per il suo particolarissimo mix di arte classica e contemporanea. L’architetto Stéphane Beel ha progettato l’elegante complesso museale attorno al vecchio edificio municipale Vander Kelen-Mertens, completandolo con un cortile centrale e una terrazza che offre una vista spettacolare sullo skyline della città. Attualmente, in Europa, M Leuven è uno dei pochi musei aperti al pubblico, ed è visitabile con prenotazione della fascia oraria e obbligo di mascherina. Anche le mostre temporanee sono visitabili.

Tra le varie iniziative, M Leuven ospita “HOUSE OF CARD”, una grande retrospettiva incentrata sul lavoro dell’artista tedesco Thomas Demand. Certo, se Demand non si esprimesse con opere a dimensioni ambientali, esposte in gallerie private, fiere e musei, avrebbe potuto occuparsi di modellini per uno studio di architettura. L’aspetto insolito è però questo slittamento di senso, rivolto a una sovradimensionalità, che rende tutta la sua opera così particolare e inaspettata. Spazi “quasi-abitabili”, in definitiva, semplificati e ripuliti da una geometrizzazione “modernista”.

Il lavoro di Demand è, quindi, strettamente correlato all’architettura. Allo stesso tempo “HOUSE OF CARD” sottolinea la connessione e la collaborazione tra i progetti di Demand e quelli di altri influenti artisti, architetti e designer come Martin Boyce, Arno Brandlhuber, Caruso St John e Rirkrit Tiravanija.

Il titolo “HOUSE OF CARD” si riferisce alla precarietà della pratica di Demand come costruttore, come se il suo fosse un gioco da bambini che una volta allestito può essere distrutto, infatti, mentre l’architettura tende alla permanenza e alla solidità, Demand, con l’uso di carta e cartone, esplora i limiti dell’effimero, un po’ come nelle scenografie cinematografiche o teatrali che vengono realizzate per situazioni provvisorie e con materiali che fingono la materia che si vuole suggerire, ma che poi vengono smantellate.

Poi, questi effimeri modelli a grandezza naturale, fatti di carta colorata e cartone, divengono impeccabili (e un po’ irreali) stampe fotografiche di grandi dimensioni. In questo modo, distruggendo le costruzioni di carta, una volta realizzato lo scatto fotografico, la loro unica ragion d’essere è quella di concludere un percorso di vita con l’immagine bidimensionale  che ne diviene unica testimonianza. A questo punto possiamo dire che il modello, in Demand, assume il ruolo della lastra dell’incisore che una volta terminata la tiratura viene biffata.

La novità di questa mostra è che si concentra sulla serie ancora in fase di realizzazione (“Model Studies”, iniziata nel 2011), e che è collegata alle opere di altri influenti artisti, architetti e designer. Qui, per la prima volta, l’autore non fotografa i suoi modelli in scala autocostruiti, ma quelli di altri artisti, architetti e designer, tra cui John Lautner, SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa), Hans Hollein e Azzedine Alaïa. Ciò si traduce in una serie di immagini che assumono connotazioni astratte e altamente tattili attraverso le trame e i materiali raffigurati. Tra gli altri, M Leuven presenta la prima serie di “Model Studies”, basati sul lavoro di John Lautner, insieme alla scultura “Do Words Have Voices” (2011) dell’artista britannico Martin Boyce.

Oltre alla sua serie “Model Studies”, la mostra offre una panoramica degli interessi architettonici e dei progetti di Demand negli ultimi quindici anni, presentando diversi progetti raramente esposti, come “Black Label” del 2009, “Embassy” del 2007 (una collaborazione con l’architetto tedesco Arno Brandlhuber), “Nagelhaus” del 2010 (un progetto non realizzato e pensato in collaborazione con Caruso St John) , e i “padiglioni Kvadrat”, attualmente in corso di esecuzione accanto alla fabbrica tessile Kvadrat, a Ebeltoft, in Danimarca.

Nell’occasione della mostra, M Leuven e MACK Publishers London hanno realizzato una nuova monografia sul lavoro di Demand. La pubblicazione contiene saggi di Maristella Casciato ed Emily Pugh, Aude-Line Dulière, Karen Van Godtsenhoven, Valerie Verhack e Adam Caruso, nonché il testo di una conversazione tra Thomas Demand, Hal Foster e David Chipperfield. Il libro contiene anche contributi visivi di Martin Boyce, Arno Brandlhuber e Rirkrit Tiravanija. Il curatore dell’intero progetto è Valerie Verhack.

Roberto Grisancich

Info:

Thomas Demand. “HOUSE OF CARD”
fino al 18 marzo 2021
M Leuven
Vanderkelenstraat 28
3000 Leuven, Belgio
+32 (0) 16 27 29 29
tickets@mleuven.be

Thomas Demand, Ambasciata I, 2007. Copyright dell’artista, ph courtesy M LeuvenThomas Demand, Ambasciata I, 2007. Copyright dell’artista, ph courtesy M Leuven

Thomas Demand, Senza titolo, dal ciclo Model Studies IV, 2020. Copyright dell’artista, VG Bild-Kunst, Bonn, ph courtesy M Leuven

Thomas Demand, Senza titolo, dal ciclo Model Studies IV, 2020. Copyright dell’artista, VG Bild-Kunst, Bonn, ph courtesy M Leuven

Thomas Demand, Senza titolo, dal ciclo Model Studies IV, 2020. Copyright dell’artista, VG Bild-Kunst, Bonn, ph courtesy M Leuven


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