Torna per la sua ottava edizione Ibrida, Festival delle Arti intermediali a Forlì, dal titolo Novacene. Come ogni anno il festival propone una vastissima selezione tra videoarte, performance art, installazioni interattive, workshop e concerti live di musica elettronica. Quest’anno, come da due anni a questa parte, si svilupperà all’interno degli spazi di EXATR dall’8 al 10 settembre 2023. Il programma, davvero molto vasto, prevede anche due workshop (uno coordinato da Igor Imhoff, sul video e l’avvento AI e uno da Filippo Venturi, incentrato sul rapporto tra fotografia e Intelligenza Artificiale) di cui uno in apertura al festival il 7 settembre (per prenotarsi rivolgersi a ibridafestival@gmail.com).
I video selezionati sono stati più di 100 (arrivati da un’open call internazionale a cui hanno risposto oltre 400 artisti) e verranno proiettati nelle diverse serate del festival. Per quanto riguarda i live, invece, ci sarà un anteprima mondiale: Dissonance di RAFAEL, artista multimediale e musicista spagnolo che lavora tra Berlino e Seoul e che, dopo Ibrida, partirà per presentare la sua creazione in numerosi Festival internazionali; AGANiS del compositore e polistrumentista italo-canadese Dominic Sambucco; Nostalgia for the Androgynous della sperimentatrice vocale, sound artist, performer e poeta KRATU (Serena Dibiase) e della videoartista MEIN LICHT (Antonella di Tillo). Sarà in scena a Ibrida 2023 anche Massimo Pupillo, bassista degli ZU, con My own private Afghanistan, mentre Økapi tornerà al Festival con Pardone-Moi, Oliver! 16 oiseaux pour Oliver Messiaen. Le installazioni saranno, invece, presenti per tutta la durata del festival; tra gli artisti in esposizione citiamo Donato Piccolo, Virgilio Villoresi, Igor Imhoff, Elena Bellantoni e Michele Di Pirro. Per saperne di più e approfondire alcuni cambiamenti e novità del festival ho deciso di mettermi in contatto con i due direttori artistici Davide Mastrangelo e Francesca Leoni per una breve intervista.
Sara Papini: Torna Ibrida a Forlì! Quali sono le novità di quest’anno?
Davide Mastrangelo e Francesca Leoni: Ibrida è un festival in divenire, sempre alla ricerca di nuove traiettorie. Nel 2023, oltre alla programmazione delle giornate in EXATR, abbiamo stretto una nuova collaborazione, aprendo le porte a un’ulteriore esperienza. La formula del festival vero e proprio rimane la stessa: quattro giorni di proiezioni, talk, live performance e installazioni in quello che noi chiamiamo il villaggio intermediale dentro EXATR, dal 7 al 10 settembre. La nuova collaborazione invece ha portato a una mostra nata dall’incontro con Nadia Stefanel, curatrice della Fondazione Dino Zoli. Abbiamo sempre pensato a un festival diffuso che si espandesse per la città e a uno spazio alternativo con un progetto “off” del festival che facesse idealmente da prologo. Proprio da queste premesse è nata l’idea della mostra personale dedicata a Virgilio Villoresi. Abbiamo contatto Virgilio, perché eravamo a conoscenza dei suoi meravigliosi macchinari oltre che dei suoi film e, una volta ricevuto un responso positivo, abbiamo subito coinvolto come curatore Bruno Di Marino, critico e storico delle immagini in movimento, che conosce bene sia la nostra realtà che i lavori di Villoresi. Da questa scintilla il progetto si è ampliato giorno dopo giorno grazie all’entusiasmo di tutte le parti coinvolte: Vertov Project, Fondazione Dino Zoli e PubliOne Società Benefit. Quest’anno siamo riusciti perfino a realizzare un catalogo esclusivo per la mostra che ha come titolo “Animagia. Dispositivi / visioni / film di Virgilio Villoresi”. La mostra è stata inaugurata alla Fondazione Dino Zoli lunedì 28 agosto alle ore 19.00 e si concluderà il 7 ottobre. Oltre alla mostra, abbiamo pensato di ampliare la parte dedicata ai workshop, scegliendo un argomento specifico in linea con il tema di quest’anno: l’Intelligenza Artificiale. Un festival come il nostro, dedicato all’innovazione e alle arti intermediali, non poteva non prendere di petto una tematica così importante e affrontarla da più punti di vista, anche pratici, come i laboratori. Infine, chiuderemo l’ottava edizione con un premio internazionale “Ibrida Forlì Video Art Prize” dedicato alla videoarte internazionale con una giuria d’eccezione composta da Silvia Grandi (Università di Bologna – Videoart Yearbook) Gabriel Soucheyre (direttore artistico di Videoformes) e Carlos Casas (artista e regista). Dare un premio internazionale di videoarte oggi nel nostro Paese è uno segnale importante che potrebbe alimentare e far crescere nuove generazioni di videoartisti.
Come ogni anno Ibrida porta con sé un sottotitolo emblematico e rappresentativo, quest’anno è Novacene, perché?
Ogni anno partiamo da una riflessione sul presente. Il rischio è sempre lo stesso: inciampare sul presente pensando al futuro. Per questo cerchiamo stimoli differenti che, il più delle volte, non provengono necessariamente dal mondo dell’arte, bensì dalla scienza o da altre discipline. Nel 2020, durante la pandemia, leggemmo Novacene, l’era dell’iperintelligenza di James Lovelock. Fu un fulmine a ciel sereno, sia per la lungimiranza dell’autore, uno scienziato centenario, purtroppo deceduto l’anno seguente, sia per la sua previsione sull’esplosione dell’Intelligenza Artificiale nella quotidianità delle persone. Un visionario che prevede la fine di un’Era (Antropocene) e l’inizio di un nuovo capitolo per l’umanità, quello del Novacene. Una teoria ancora non condivisa su larga scala dalla comunità scientifica, ma che ci spinge inevitabilmente a un confronto e a una riflessione. «Nuovi esseri prenderanno forma dall’intelligenza artificiale che noi abbiamo progettato e penseranno 10.000 volte più velocemente dell’uomo e ci guarderanno forse con la stessa condiscendenza con cui noi guardiamo le piante». Lovelock si spinge oltre, affermando che l’AI sarà in grado, attraverso la sua infinita capacità di calcolo, di comprendere l’Universo e prendersi cura del Pianeta Terra e del suo ecosistema. Una visione positiva del futuro che forse, visti i tempi bui che ci accompagnano, ritorna a darci un’immagine chiara del lavoro che c’è da fare, con tutti i rischi del caso.
Come direttori artistici di Ibrida sappiamo che avete girato molto negli altri festival del settore, quest’anno site stati anche ospiti a Videoformes. Innanzitutto, come è andata e soprattutto quali sono, secondo voi, le nuove tendenze internazionali della videoarte?
Una delle cose più importanti per noi come direttori artistici è cercare nuovi stimoli e imparare da chi è sulla scena da prima di noi. Nel 2023 siamo stati invitati alla 38esima edizione di Videoformes come giurati e relatori, abbiamo avuto il piacere immenso di vedere come una realtà così importante e longeva lavorasse nell’atto pratico. Abbiamo conosciuto tantissimi artisti, operatori e visionato tutti i lavori in concorso. Per quanto ci siano ancora i detrattori del linguaggio e nello specifico del termine “videoarte”, possiamo affermare che la videoarte internazionale sta benissimo, anzi ha subito una nuova spinta vitale proprio grazie alla digitalizzazione di tutti i segnali. Noi abbiamo sempre difeso il codice parlando di ibridazione dei linguaggi, ecco, sicuramente questa non è più una tendenza ma ormai un dato di fatto. Si ibridano più discipline in un’opera unica creando così un terzo elemento che è diventato la norma e non più l’eccezione. I video premiati ad esempio ibridavano la performance art con il cinema, il 3D con il documentario e l’animazione, e così via. Possiamo concludere affermando che la videoarte, oggi più che mai, è necessaria per decifrare il mondo in cui viviamo e che, grazie alla sensibilità dell’artista, riesce ancora scuotere gli animi, spingendoci ad una riflessione sul presente.
Info:
Ibrida Festival delle arti intermediali
7-10 settembre 2023
EXATR, Piazzetta Savonarola a Forlì
Ingresso a pagamento
http://ibridafestival.it/
Nasce a Genova ma attualmente vive a Bologna, città dove si è laureata all’indirizzo CITEM con una tesi sulla videoarte. Lavora nel mondo degli eventi nel settore della produzione ed è cultrice della materia di Studi Visuali all’UNIBO.
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