A causa della situazione sanitaria in atto (e della sua gestione a tratti poco convincente), il mondo della cultura, insieme a tutti gli altri settori, sta accusando i duri colpi dei lockdown pandemici. Cinema, teatri, sale concerto in compagnia di musei, fondazioni e spazi culturali, si trovano alla mercé di Decreti Legge e colori in costante mutazione (o modifica). Ma tra i personaggi dell’arte e dello spettacolo, c’è chi non si da per vinto e, rimboccandosi le maniche, reinventa luoghi, storie e situazioni, segno tangibile che ‘non tutto il male viene per nuocere’.
È il caso di due storiche dell’arte che lavorano in ambito romano: Fabiola Ceglie (1992) e Marta Montoni (1995). Laureate in Storia dell’arte presso Roma Tre durante il primo lockdown, Fabiola e Marta hanno pensato di dar vita a un progetto dedicato all’arte, servendosi degli strumenti con cui abbiamo familiarizzato maggiormente nell’ultimo anno e mezzo: i media tecnologici.
Le due curatrici, dopo aver constato lo sconsolante scenario d’abbandono del mondo culturale, hanno concluso che c’era bisogno di uno spazio sempre accessibile e libero, in grado di dar voce agli artisti, alla critica e al loro lavoro. È così che a fine 2020 hanno elaborato uno spazio virtuale e creato podcast da diffondere su piattaforme di streaming audio -nel caso specifico su Spotify– così da rendere l’arte, i suoi contenuti e i suoi innumerevoli volti e voci, alla portata di tutti, creando contenuti completamente fruibili in ogni momento e ovunque.
Traccia d’Artista, nome del concept, è stato appositamente scelto con l’intento di evidenziare e rievocare la doppia valenza della parola ‘traccia’: segno/testimonianza del fare artistico dell’uomo, ma anche unità audio di un brano da ascoltare. Il format dei podcast, partendo dall’esperienza biografica dell’artista intervistato, arriva ad abbracciare diversi ambiti, spesso personali. Ogni traccia, che dura in media tra i 20 e i 40 min., si apre con un suono o rumore, riconducibile all’elemento o strumento maggiormente rappresentativo ed evocativo per l’artista, ed è pensata per dare voce e supporto a giovani artisti emergenti e ai loro progetti, attuali e futuri.
Un’idea, una novità, qualcosa di fresco e originale questo modo ‘tascabile’ di narrare l’arte e i suoi protagonisti (per ora solo romani ma in futuro, forse, anche internazionali). Una scommessa coraggiosa che, scevra da mediazioni istituzionali, permetta ad artisti, critici e curatori di confrontarsi liberamente e ‘alle orecchie di tutti’.
Se non c’è lo spazio fisico c’è Traccia d’artista (www.tracciadartista.com).
Arianna Olivari
Arianna Olivari (Roma, 1992), ha conseguito una laurea triennale in Beni Culturali presso l’Università di Roma Tre con una tesi di filosofia dell’arte incentrata su Fidia e Michelangelo. Nel 2020 (marzo) si è specializzata in storia dell’arte contemporanea, presso il medesimo ateneo, presentando una tesi sull’arte digitale di Fabrizio Plessi e i Nuovi Media del contemporaneo. Attualmente vive e lavora a Roma.
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