Una linea continua tracciata su un continuo flusso di eventi. Una semplice variazione ne modifica il segno, si crea altro, si ramifica in essa, esplode in infinite situazioni. La Storia osserva e partecipa al cambiamento, forse se ne burla, forse ne rimane impassibile, lascia agli altri il dispiegamento dei fatti. Non a tutti è possibile comprendere questa filosofia esistenzialista, ma il gesto pittorico del duo artistico Tursic & Mille non si esime dall’affrontare questo discorso. I loro “disastri” tendono a separare ogni singolo evento di questo flusso per spiegarlo secondo una propria visione.
L’arte di Tursic & Mille – coppia di pittori francesi classe 1974 – è enigmatica ed emblematica. Il duo realizza opere anticonformiste, controcorrente, sovversive e poetiche, tutto insieme. Dal loro gesto materico e figurativo si sprigiona una libertà fresca, fuori dagli schemi. Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli per non cadere in una routine di idee limitanti. Questo linguaggio pittorico fa a cazzotti con la staticità, tutto sembra essere sempre in movimento, incurante di giudizi e dicerie. Su questa linea di pensiero, Disastri è la mostra in cui pittura e semiotica hanno il compito di mostrare “cosa succederebbe se…”. Ipotesi distopiche e utopiche, lo sfondo su di cui si poggia questo genere di pittura sono eventi reali raccontati con enfasi, come ad esempio nel campo politico, economico, sociale o ecologico. Una sorta di dadaismo misto a surrealismo alberga all’interno dei lavori, il processo generativo degli stessi è figlio di riflessioni spesso giocose, ma non da intendere che sono state trattate con superficialità.
Nella celebre Galleria napoletana di Alfonso Artiaco, Tursic & Mille tornano per la loro terza personale con una sequenza di opere in cui il concetto di “disastro” è sia generatore sia distruttore. Generatore di coscienza e distruttore di certezze, generatore di fantasia e distruttore di matericità. “Cos’è davvero reale in ciò che si vede?” questa la domanda da porsi dinanzi alle pitture che il duo espone in galleria: esse sono il luogo in cui mettersi in discussione e pensare empiricamente alla natura delle cose. È un processo continuo di corsi e ricorsi, di segni e gesti che generano sempre qualcosa di nuovo, qualcosa su cui pensare ancora una volta. Il dettaglio pittorico è fondamentale: la stratificazione degli elementi rappresentati fa sì che risulti essere impossibile tornare indietro per guardare soltanto avanti. È per questo motivo che gli artisti scelgono di portare in questa era, in questo preciso momento storico, tre opere di grandi maestri (Bosch, Greuze e Raffaello) aggiungendo a un’opera ben conosciuta un dettaglio nuovo, contemporaneo. Quest’intervento permette di vedere da un’altra prospettiva la generazione (o la distruzione) di un classico storico in favore di una contemporaneità purtroppo alquanto divagante. Questa incertezza d’immagine fa da trampolino a tutte le altre pitture presenti in galleria: magrittiana rappresentazione della realtà che viene sovvertita e mescolata a elementi che non esistono nella loro essenza tangibile, ma che, al tempo stesso, sono reali nel pensiero umano. The Alchemist è l’olio su tela che (forse) meglio esprime il principio “disastroso” di questa coppia d’artisti francesi: la trasformazione di un elemento in qualcosa da scartare sotto gli occhi divertiti della gente raggiunge l’apoteosi di quel cambiamento di cui tutti se ne lavano le mani.
Per Tursic & Mille nulla è reale ma tutto è lecito: non tutto ciò che è fake news è roba inventata e nemmeno tutto ciò che è concretezza è roba naturale. Ciò di cui parlano va sì preso con le pinze ma non bisogna lasciar perdere il messaggio fondatore di queste opere pittoriche. Ogni segno o gesto, seppur piccolo, cambierà il flusso della vita, non tutto è già stato rappresentato, non è possibile dipingere su una tela bianca se bianca non lo è più.
Info:
Tursic & Mille, Disastri
24/11/2022 – 14/01/2023
Galleria Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo 7, 80134 Napoli
alfonsoartiaco.com
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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