Di somari, nella vita di ogni giorno (quella delle prime e impellenti necessità) e nel mondo dell’arte (quello della fantasia e del superfluo), se ne incontrano a ogni piè sospinto. E questo perché la parola somaro (o asino o ciuccio o ciuco) non sta solo a indicare il mammifero perissodattilo della famiglia equidi, ma, per estensione di significato, anche la persona incolta, di scarsa intelligenza e capacità o il ragazzo che non trae alcun profitto dagli studi. Estensione che secondo certe prese di posizione assurdamente politically correct non si dovrebbe più usare nella lingua corrente perché potrebbe suonare offensivo nei confronti degli animali.
Ora, il somaro ci fa tenerezza e se usiamo la parola in termine esteso o se qualcuno si è pensato di farci sopra storie o immagini o addirittura un museo, non gliene vogliamo di certo male e di certo non ne vorrà l’umile asinello nei nostri confronti. Negli anni Novanta, dopo performance, installazioni, video incentrati sulla figura del somaro, l’artista Nello Teodori ebbe l’incredibile idea di aprire il suo studio di Perugia, nel 1999, per dedicargli un Museo: un luogo democratico dove ognuno poteva contribuire senza erigere muri e steccati, e dove le differenze erano una ricchezza e non un distanziamento. Dopo essere stato anche itinerante e aver viaggiato su un caravan, il Museo ha ora una sede pubblica a Gualdo Tadino in un pregevole palazzetto medievale di proprietà del Comune, che a seguito dei lavori di restauro della facciata e di alcuni locali interni, di ampliamento e di adeguamento alle norme di sicurezza, aprirà al pubblico il 18 settembre 2021.
In sintesi, il Museo del Somaro è un piccolo santuario dedicato a questo animale straordinario, dagli occhi belli ed espressivi, un compagno millenario dell’uomo e di cui parla perfino la Bibbia. L’ideazione dell’intero progetto è di Nello Teodori, la direzione scientifica è di Francesco Galluzzi, il coordinamento tecnico è di Maria Grazia Fiorucci. La sede è stata trovata in una città dove il somaro è molto amato ed è protagonista dei Giochi de le Porte, una festa popolare che si svolge negli ultimi giorni di settembre. Il Museo è un tributo a questo animale che ha avuto un ruolo assai importante nella storia, nell’arte, nella religione, nella letteratura. È infatti presente in opere di numerosi artisti: da Giotto, Duccio, Pietro Lorenzetti, Caravaggio, Murillo, Goya fino ai contemporanei Marina Abramović, Maurizio Cattelan, Bonomo Faita, Paola Pivi, Antonio Sofianopulo, Zhang-Huan, e lo stesso Nello Teodori. È stato peraltro rappresentato in opere letterarie da Apuleio a Cervantes, da Dostoiesvsky a Giordano Bruno a Flaiano e molti altri.
L’articolato allestimento museale appare come una grande metafora, un affresco a più mani, un luogo dove interrogarsi e riflettere sulle contraddizioni dell’esistenza umana, laddove valori e qualità reali spesso vengono sopraffatti e umiliati… come l’asino.
Per Francesco Galluzzi, direttore scientifico del museo, “il somaro è un vero e proprio animale simbolico dei nostri tempi. Passato di moda, inattuale e inutile rispetto a una società post-industriale, continua a esistere e a opporre la sua testardaggine alla fatalità della propria estinzione. Malgrado tutto è ancora tra di noi. E sta abbastanza bene in salute… Incarnazione del mito dell’artista moderno e contemporaneo, quella del somaro. Esaurita, espansa, morta, l’arte continua testardamente a esistere e a manifestare la propria esistenza come qualcosa di irriducibile alla propria estinzione. Per quanto si voglia immaginare che l’arte abbia dissolto la sua identità (e manifestato la propria inattuale inutilità) nel cinema, nei fumetti, nel design, nella tv, nel web e quant’altro… Ancora, prima o poi ci si imbatte in qualcosa – qualsiasi cosa sia – che non si può chiamare in altro modo che ARTE”.
Nel Museo del Somaro sono presenti opere di artisti visivi, ma anche contributi provenienti dal mondo dello spettacolo, della letteratura, della critica, della scienza, della politica tra cui Luca Maria Patella, Karin Andersen, Paolo Portoghesi, Pino Modica, Ninetto Davoli, Pablo Echaurren, Antonella Mazzoni, Antonio Di Pietro, Stefano Fontana, Michel Gueranger, Lamberto Pignotti, Ugo La Pietra, Cesare Pietroiusti, Angelo Ricciardi, e così via. Tra le nuove acquisizioni si segnalano le opere degli artisti Rodrigo Blanco, Michel Blumenthal, Italo Carrarini, Santolo De Luca, Francesco di Loreto, Antonello Matarazzo, Luca Matti, Barbara Novelli, Meri Tancredi.
Fabio Fabris
Info:
AA.VV., opening
18/09/2021, h 11.00
Museo del Somaro
Centro per l’arte contemporanea
via Calai n. 37
Gualdo Tadino (Perugia)
info@museodelsomaro.it
www.museodelsomaro.it
Luca Matti, L’Elevazione del Somaro, 2019, olio su tela, 24 x 30 cm, courtesy Museo del Somaro
Karin Andersen, Senza titolo, 1999, stampa su tela, 60 x 40 cm, courtesy Museo del Somaro
Rodrigo Blanco, Freccia calma, 2021, olio e grafite su tela, 70 x 90 cm, courtesy Museo del Somaro
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