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«Urban Pixels»: arte pubblica e NFT In conversazione con Filippo Lorenzin, Direttore Artistico del MoCDA

«Urban Pixels» è la mostra di arte pubblica a cura del MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art, in collaborazione con il progetto Eyes on Art di EssilorLuxottica. A partire dal 23 maggio fino al 10 luglio, cinque artisti internazionali (Entangled Others Studio, Krista Kim, XCOPY, Giuseppe Lo Schiavo e Lethabo Huma) sono in mostra con opere su maxischermi installati in alcune delle piazze più popolari di Milano, Londra e New York. Eyes on Art mira a rendere l’arte accessibile a chiunque, attraverso l’utilizzo di nuovi media e della tecnologia. Il MoCDA offre progetti di educazione e sostegno tecnologico ad artisti, collezionisti, istituzioni e amanti dell’arte, esponendo opere d’arte digitali allo scopo di documentare, raccogliere e promuovere l’arte digitale.

Abbiamo parlato della mostra, di arte pubblica, di NFT e di arte digitale con Filippo Lorenzin, Direttore Artistico del MoCDA.

Qual è il filo conduttore tra le cinque installazioni?
Sebbene alcune opere siano state create specificamente per essere esposte in questa mostra e altre no, tutte sono state selezionate per il modo in cui interagiscono con un pubblico così diversificato come quello di chi passa davanti agli schermi su cui sono visibili.

Le opere in mostra sono state in origine concepite per essere fruite nello spazio fisico?
Continuum di Krista Kim è un lavoro itinerante creato per essere esposto in spazi pubblici attraverso mezzi fisici. Antropogenica di Giuseppe Lo Schiavo, un’opera che è entrata nella collezione permanente del MoCDA, è stata concepita per essere esposta a Times Square e sfrutta la tridimensionalità dello schermo di supporto per creare una visione anamorfica.

«Urban Pixels» porta l’arte digitale e gli NFT nello spazio pubblico: ce ne spiega il motivo?
L’arte digitale è nata per essere esibita ovunque ci sia uno schermo: non è una coincidenza che negli anni ‘60 e ‘70 molti artisti interessati ai nuovi media diedero vita a installazioni in spazi pubblici. Diversamente da un dipinto a olio o da una scultura in marmo, i materiali usati nella digitalart appartengono alla vita quotidiana. Un’opera digitale è a suo agio sia nel contesto urbano sia in una galleria; non c’è competizione tra la cosiddetta Newart e l’arte tradizionale poiché la prima è la conseguenza della seconda, ma con le proprie caratteristiche.

È stato più semplice sviluppare un progetto di arte pubblica digitale come questo a Milano, a Londra o a New York?
La produzione della mostra ha avuto luogo in modo decentralizzato, ovvero le persone coinvolte non si sono mai incontrate di persona. La comunicazione digitale tende ad appiattire le differenze, quindi per artisti e curatori lo sviluppo dei lavori e le decisioni prese sulle singole installazioni sono state portate avanti tecnicamente nello stesso modo. Quello che ha fatto la differenza è stata l’attenzione ai contesti urbani in cui gli schermi sono stati installati. Ognuna delle città coinvolte ha un’incredibile storia e tradizione creativa ed è stato un piacere lavorare insieme agli artisti nella scelta e nella creazione di opere che sottolineino o commentino certi aspetti caratteristici.

Le persone sono pronte a incontrate l’arte digitale sul loro tragitto verso il lavoro?
Non solo andando al lavoro ma anche controllando gli aggiornamenti su Facebook o sfogliando foto di amici su Instagram: la digitalartè nata per essere condivisa ed esposta ovunque sia possibile vederla. Gli artisti che si interessano al potenziale dei socialmediautilizzano queste piattaforme non solo per mostrare i propri lavori, ma anche come mezzo espressivo per creare arte. Mi sembra che ci stiamo ponendo la stessa domanda che artisti ed esperti si stanno chiedendo fin dalla nascita della società di mercato: che ruolo possono giocare le opere d’arte in un mondo che è sempre più pieno di immagini e materiali di consumo? Il MoCDA vuole scoprire insieme agli artisti e al pubblico quale sarà il risultato di queste dinamiche.

Sembra che l’Italia vada particolarmente d’accordo con la cryptoart, lo si nota dalla varietà di artisti, mostre e dibattiti attivi. Ci sono nazioni che sono più affini all’arte NFT o i confini del mondo reale non sono più rilevanti?
Se da una parte la decentralizzazione delle blockchain ha condotto alla creazione di nuovi importanti centri artistici in nazioni e regioni in rapido sviluppo, dall’altro lato ha generato una grande frammentazione. Community di artisti e curatori si formano attorno a obiettivi comuni, piuttosto che entro confini geografici. Internet e le blockchain hanno portato a una globalizzazione transnazionale che spesso preferisce l’anonimato: molti artisti del mondo crypto sono anonimi e nessuno sa dove risiedano, quello che conta è il loro lavoro.

I prossimi progetti del MoCDA?
Abbiamo inaugurato da poco «Hybrid Ecosystems: Modular Depths» l’ultima mostra di The Foundry, il nostro programma di residenza d’artista in collaborazione con il metaverso Arium. Questo mese abbiamo lavorato con Entangled Others Studio, composto dagli artisti Feileacan Mccormick e Sofia Crespo che creano opere con AI ispirate al mondo marino. A giugno apriremo le porte della nostra collezione permanente con le opere di Giuseppe Lo Schiavo, Aurèce Vettier e Federico Solmi. La mission della collezione è documentare, potenziare e interrogare ciò che rende l’arte digitale contemporanea unica. Ogni mese accetteremo tre nuove opere, una strategia curatoriale che ci consente di presentare ogni pezzo con particolare attenzione. A luglio inaugureremo il «MoCDA Digital Summer Show 2022», una mostra collettiva virtuale con opere create da studenti d’arte provenienti da tutto il mondo. Abbiamo incontrato 16 università d’arte nell’arco di due mesi, raccolto 200 domande e selezionato 30 opere. Gli studenti partecipano online a sessioni di gruppo di curatela, lezioni e workshop.

Artisti crypto da tenere d’occhio nel 2022?
Consigliamo di seguire i trend piuttosto che degli artisti specifici. L’arte generativa sta guadagnando un interesse sempre più crescente, così come gli artisti performativi che stanno sviluppando una community molto vivace interessata all’uso delle possibilità della blockchain per esplorare la propria pratica attraverso vie sperimentali.

Info:
AA.VV., Urban Pixels
Milano: piazze Cadorna, Cordusio e San Babila, Londra: Covent Garden, New York: Times Square
23 maggio – 10 giugno 2022
a cura di MoCDA in collaborazione con EssilorLuxotica

Installazioni:
SAN BABILA
artista: Entangled Others Studio
opere dalla serie Hybrid Ecosystems
https://entangledothers.studio/hybrid-ecosystems/
dal 23 maggio e per 4 settimane

CADORNA
artista: Krista Kim
opera: Continuum
https://www.continuumtour.com/
dal 23 maggio e per 4 settimane

COVENT GARDEN
artista: Xcopy
opera: Right-click and Save As guy
https://superrare.com/artwork/right-click-and-save-as-guy-1154
dal 30 maggio e per 4 settimane

TIMES SQUARE
artista: Giuseppe Lo Schiavo
opera: da definire
dal 13 giugno e per 4 settimane

CORDUSIO
artista: Lethabo Huma
opera: da definire
dal 13 giugno e per 4 settimane

Entangled Others Studio – hybrid ecosystems – meshed salinity #1, courtesy of the artists and MoCDA

Entangled Others Studio – hybrid ecosystems – processor harvest #4, courtesy of the artists and MoCDA

Entangled Others Studio – hybrid ecosystems – wireless navigation #1, courtesy of the artists and MoCDA

Krista Kim – Continuum 03, courtesy of the artist and MoCDA

Krista Kim – Continuum 04, courtesy of the artist and MoCDA

XCOPY-Right-click and Save As guy, courtesy of the artist and MoCDA


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