All’inizio degli anni Settanta Duane Hanson, protagonista indiscusso della corrente iperrealista, iniziò a invadere musei e gallerie con le sue sculture a grandezza naturale in poliestere dipinto, rifinite di vesti e accessori, ispirate a temi e soggetti della quotidianità (massaie, turisti, poliziotti, ecc.). I suoi lavori erano commoventi ritratti della rassegnazione, della solitudine, della violenza e della standardizzazione della società contemporanea e denunciavano la logorante banalità della gente comune intontita dal consumismo. Le tematiche affrontate provenivano dall’ambito della Pop Art, ma ne sovvertivano gli input: al posto della scintillante perfezione dei prodotti di consumo, troviamo la trasandatezza dei consumatori, riprodotti come opache vittime di un soverchiante meccanismo economico e sociale. “La mia arte non vuole ingannare le persone”, spiegava l’artista. “Sono gli atteggiamenti umani che cerco: stanchezza, un po’ di frustrazione, rifiuto. Io vedo una sorta di bellezza in tutto questo.” Queste illusioni scultoree, radicali nel contesto del loro tempo, stigmatizzavano l’alienazione di una società di massa incapace di attenzione per il singolo e restituivano importanza, forse per la prima volta in termini così radicali, alla dimensione individuale di personaggi ordinari, che emergeva attraverso una precisa caratterizzazione psicologica e la restituzione di dettagli amorevoli come cerotti o lividi su braccia e gambe.
Il soprammenzionato statement dell’artista statunitense potrebbe introdurre anche il lavoro di Estevan Reder, aka Vantees, giovane artista brasiliano già coinvolto in numerose mostre personali in America Latina, approdato alla galleria Portanova 12 con la mostra Lambe-Lambe (parola portoghese che designa i poster fotografici che l’artista ha iniziato a incollare sui muri sei anni fa in Brasile) e con varie incursioni sui muri di Bologna. Anche per lui la principale fonte di ispirazione è la folla anonima che incontra in strada e che insegue con la macchina fotografica e con la telecamera per riprendere attitudini, posture, gesti e stili di vita. Tutti i suoi soggetti sono ripresi a loro insaputa dal retro in momenti di disarmante sincerità, mentre sono impegnati nelle faccende pratiche quotidiane, come fare la spesa, aspettare la metropolitana o consultare uno smartphone, quando la mente è sovrappensiero e la psicologia si rivela negli automatismi del corpo. Le riprese vengono poi stampate su carta senza alcuna post-produzione, ingrandite, ritagliate e ritornano a popolare altre strade in giro per il mondo sotto forma di monumentali ed effimere silhouettes applicate ai muri. Degli sconosciuti protagonisti immortalati dall’artista non conosciamo che le spalle, ma è sorprendente come queste immagini riescano a evocare le storie e gli stati d’animo dei soggetti anche escludendo il volto.
A Portanova 12 la folla di Vantees si è data appuntamento in una cosmopolita adunata di sagome sospese su fogli di plastica trasparente: è possibile passeggiare in mezzo a loro, ma da qualsiasi lato le si guardi ci mostreranno sempre le spalle e saremo in ogni caso costretti a dirigerci nella stessa direzione. La sensibilità del suo obiettivo e del suo sguardo rende introspettiva ogni piega della pelle e dei vestiti; ognuno porta con sé il proprio abituale fardello, una borsa, uno zaino o un gonfiabile da spiaggia che raccontano con tenerezza le infinite sfumature della normalità. Le persone di Vantees sono molto colorate, sembrano aver superato la spenta apatia dei personaggi di Hanson per trasformarsi in ologrammi contemporanei in grado di essere qui, ora, altrove e in nessun luogo con sempre rinnovata curiosità. In occasione del finissage, il 22 novembre, l’artista invita il pubblico ad assistere a un Live Lambin’ in centro a Bologna, un’azione che testimonia come gli spazi pubblici possano (e debbano) essere luoghi aperti alla creatività e alla libertà di espressione.
Info:
Vantees. Lambe-Lambe
18 ottobre – 22 novembre 2019
Portanova 12
Via Portanova 12 Bologna
For all the images: Vantees, Lambe-Lambe, installation view at Portanova 12, Bologna
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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