Vivian Suter. Home

Siamo oramai giunti all’ultimo mese della mostra Home alla GAMeC di Bergamo, la prima personale in un museo italiano di Vivian Suter (Buenos Aires, 1949), artista visiva espressiva e naturalistica che, da oramai quasi una decade, si conferma con solidità come una delle pittrici più richieste, come dimostrato dalle cinque mostre personali inaugurate nel 2022 e dalla recente apertura di A Stone in the Lake inaugurata il 24 maggio 2023 al Palazzo della Secessione di Vienna, in Austria.

Vivian Suter. Home. Veduta dell’installazione – GAMeC Bergamo, 2023. Foto: Lorenzo Palmieri, courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Suter vive dal 1981 a Panajachel, sulla sponda del lago Atitlán in Guatemala, dove ha deciso di spostarsi in seguito a una crisi depressiva, a suo dire dovuta al “malato” sistema dell’arte, fatto di mercato e obblighi, che la portò all’allontanamento dopo una serie di mostre in Svizzera tra gli anni ’70 e i primi anni ’80, fra cui la più importante è una collettiva curata da Jean-Christophe Ammann presso la Kunsthalle Basel, 1981. Dopo gli anni di “isolamento”, dal 2014 la maturità e l’apprezzamento del mercato internazionale. Viene rappresentata prima dalla nota galleria svizzera Karma International e successivamente, a partire dal 2019, dall’americana Gladstone Gallery, ritrovando così la sua collocazione nel grande sistema con un’esplosione di lavori che nell’ultimo decennio consacrano l’artista argentina anche al grande pubblico.

Vivian Suter. Home. Veduta dell’installazione – GAMeC Bergamo, 2023. Foto: Lorenzo Palmieri, courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Figlia dell’artista Elisabeth Wild (di recente in mostra al Mumok di Vienna), per anni Suter si è dedicata alla pittura lavorando tra gli alberi a tele dipinte mischiate con fango e pioggia, ma anche con una serie di uragani, come viene riportato nel dialogo con Adam Szymczyk e R. H. Quaytman nella pubblicazione Vivian Suter edito da Hatje Cantz nel 2019. A Bergamo, infatti, viene presentata in due sale adiacenti una raccolta di circa duecento tele – insieme a una piccola selezione di ulteriori opere su carta – che rispecchiano pienamente questa poetica del tutt’uno tra Arte e Natura presente nel suo lavoro e nella sua vita. Le tele nascondono infatti, sotto infinite varianti gestuali e astratte, una profonda immersione mimetica e naturalistica, che dal gesto e dal corpo ritorna alla forma della cosa. Cerchi, linee, scarabocchi o azioni d’impeto, ricostruiscono frutti, alberi, rami, animali, cielo e terra.

Vivian Suter. Home. Veduta dell’installazione – GAMeC Bergamo, 2023. Foto: Lorenzo Palmieri, courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Entrando nella prima stanza ci troviamo immersi in una giungla disordinata. Tele libere coprono l’intero spazio su pareti ora bianche, ora dipinte con azzurro ceruleo e terra di Siena, che hanno il chiaro obiettivo di ambientare il lavoro. L’intreccio di tessuti si dirama e si fonde a travi di legno che vanno da una parte all’altra della stanza a ricreare la struttura centrale della casa dell’artista. Sopra queste e sulle pareti esse pendono nei modi più vari. Sospese fino a terra, disposte ad angolo o ammucchiate, come già visto nella sua precedente mostra Brotan claveles las solapas al Museo Experimental el Eco di Città del Messico del 2017 o nella più recente esposizione all’ICA di Boston del 2019.

Vivian Suter. Home. Veduta dell’installazione – GAMeC Bergamo, 2023. Foto: Lorenzo Palmieri, courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Più pulito invece l’allestimento della seconda sala, costituita da un corridoio con vetrata unica. A sinistra, subito dopo l’ingresso, troviamo una piccola area intima, dove si trova disposta al centro, obliqua, una teca in vetro entro la quale sono visibili alcuni lavori colorati su carta (pezzi inediti), meno immersivi e più riflessivi. Attorno a essa tre tele appese a muro e due pendenti lasciano spazio libero fra teca e spettatore e restano più meditative come le disposizioni delle pale d’altare, che non invadono lo spazio del visitatore. Girandoci ora verso destra, invece, vediamo correre lungo lo sviluppo in lunghezza del corridoio una struttura che dispone in fila una dopo l’altra e in un ritmo fluido una serie di tele una sull’altra, da osservare come fossero capi di abbigliamento in un negozio. L’espediente sfruttato ai fini dell’unità relazionale con il pubblico, richiama l’esempio della sua mostra Intrépida alla Kunsthalle Basel del 2014.

Vivian Suter. Home. Veduta dell’installazione – GAMeC Bergamo, 2023. Foto: Lorenzo Palmieri, courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Indiscusso il valore del lavoro di Suter. La solidità strutturale della pratica, così come l’immediatezza del suo tratto libero e la ricerca naturalistico-compositiva lo confermano. Suter lavora a questa ricerca dagli esordi, sempre mettendo al centro la gestualità e il ritorno all’unione di arte e natura, ma solo da un decennio è conclamata la sua rilevanza internazionale nel sistema dell’arte. Nel caso di Vivian Suter è la narrazione a creare l’interesse e sono le 200 tele a determinare la domanda e la crescita del mercato. Il fascino esotico e retrò dell’esilio alla Gauguin, esposto grazie alla cospicua presenza di tele, ha infatti grande potenza e impatto sul pubblico e sui collezionisti, tanto da divenire l’essenza stessa della mostra. L’intrattenimento è paragonabile a una proiezione cinematografica. Lo spettatore viene sopraffatto dalla simultaneità dei lavori come avviene nei film tramite il montaggio e può dunque perdersi immaginandosi il Guatemala, il verde o una qualsiasi realtà oltre pareti del white cube.

Matteo Giovanelli

Info:

Vivian Suter. Home
23/06 – 24/09/2023
GAMeC
Via San Tomaso, 53, Bergamo


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