Vladislav Markov – artista russo, classe 1993 – con la sua personale “blood thinner, low-dose aspirin, best painkillers for kids”, trasforma lo spazio espositivo di The Address a Brescia in un labirinto percettivo dove la realtà viene sistematicamente disarticolata e riassemblata. Il progetto, frutto di un anno di lavoro tra Stati Uniti e Italia, presenta una serie di opere che oscillano tra pittura, scultura e installazioni sonore, sfidando il ready-made tradizionale e riducendolo a un residuo ontologico: oggetti che esistono in uno stato di continua transizione, tra digitale e fisico, familiare e alieno, concreto e immaginato.
L’approccio di Markov non è mai puramente formale; il suo lavoro si radica in una tensione filosofica che interroga l’identità degli oggetti e la loro capacità di generare significati. Le scansioni fotogrammetriche a bassa risoluzione e le manipolazioni 3D servono a disinnescare ogni funzione originaria, portando oggetti comuni verso una condizione di ambiguità che costringe il pubblico a rivedere la propria relazione con ciò che percepisce. Il risultato è un universo estetico che si colloca nella zona grigia tra riconoscimento e disorientamento, dove la percezione è continuamente messa alla prova. La scelta di un ex edificio bancario come sede espositiva amplifica questa sensazione di spaesamento. L’artista riarticola lo spazio razionalista in un percorso frammentato, dove ogni stanza rappresenta una variazione di un enigma insolubile. L’accesso tradizionale è negato, costringendo i visitatori a entrare attraverso una porta secondaria che li conduce in un labirinto di cinque stanze. L’architettura, così trasformata, non è semplicemente contenitore, ma parte integrante del discorso artistico: un’illusione burocratica che trasforma il movimento nello spazio in una progressione sisifea.
Markov attinge dal suo vissuto personale e dal contesto post-sovietico per alimentare un immaginario fatto di frammenti e ricordi trasfigurati. Ogni elemento della mostra, dagli autoritratti mascherati alle sculture ricreate digitalmente, si configura come un residuo di un processo di decostruzione che non offre mai un ritorno al reale. Gli oggetti che compongono il percorso espositivo sembrano intrisi di una storia che, una volta rielaborata, diventa irriconoscibile, ma non per questo meno carica di tensione emotiva. È come se Markov scavasse nella memoria collettiva e personale, per poi distillarne immagini che vivono in un costante stato di alterazione. Il ritmo ossessivo di una voce, che si diffonde nello spazio come un’eco persistente, accompagna il visitatore in questa discesa nella tana del coniglio. Le opere, posizionate con precisione quasi chirurgica, trasformano ogni stanza in una trappola percettiva, un parco giochi intriso di nostalgia e inquietudine.
L’ultima stanza, visibile solo attraverso sbarre di ferro, culmina in un’immagine spettrale, una sagoma indistinta illuminata da una luce accecante: una visione che amplifica il senso di assenza e lascia lo spettatore sospeso in una tensione irrisolvibile. Markov non offre risposte né conclusioni; piuttosto, crea un’esperienza che mette in crisi la percezione e la memoria, lasciando il pubblico a confrontarsi con la fragilità e l’incertezza di ciò che consideriamo reale. La sua mostra, con la sua precisione destabilizzante, ci costringe a fare i conti con il nostro stesso sguardo, spingendoci verso un luogo mentale dove la realtà, ormai liquefatta, si dissolve in un continuo gioco di rimandi e assenze.
Info:
Vladislav Markov. “blood thinner, low-dose aspirin, best painkillers for kids”
15/11 2024 – 26/01 2025
The Address Art gallery
Via Felice Cavallotti 5, Brescia
www.theaddressgallery.com
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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