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Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion. A Retrospe...

Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion. A Retrospective

Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective (12 luglio 2024 – 5 gennaio 2025) è la prima retrospettiva dedicata alla figura di Alexander “Xanti” Schawinsky (Basilea, 1904 – Locarno, 1979) al di fuori dalla natia Svizzera. Curata da Raphael Gygax, la mostra – ospitata dal Mudam in Lussemburgo e realizzata in collaborazione con l’Estate Xanti Schawinsky – offre una panoramica esaustiva dell’attività creativa estremamente ricca, eterogenea e multiforme di una figura la cui semplice associazione alla scuola del Bauhaus può apparire, forse, un po’ troppo riduttiva e limitante.

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

Operando per contrasti, la convenzionalità insita nella scelta di adottare un assetto espositivo basato su un criterio cronologico sventa il rischio di divagazione e fa sì che la ricchezza della sperimentazione e della metamorfosi creativa di Schawinsky si detonino senza limitazioni. La volontà di riscoperta di una figura così significativa per gli avanzamenti dell’arte del Novecento, nonché di grande ispirazione per lo scenario contemporaneo, trova ulteriore conferma nelle parole di Bettina Steinbrügge, direttrice del Mudam: «The work of Schawinsky has influenced a number of trends that are now at the heart of contemporary art, including performance, multimedia and cross-disciplinary art. He can be seen as an important reference for a new generation of artists and for our understanding of the foundations of contemporary art». A questo si aggiunge il fatto che gran parte delle opere in mostra non erano mai state esposte dopo la morte di Schawinsky nel 1979.

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

Ad aprire la retrospettiva sono i suoi anni del Bauhaus (1924-1929), periodo in cui si dedicò principalmente all’attività teatrale con Oskar Schlemmer e alla definizione dei pioneristici “Spectodrama”, precursori di una forma di “teatro totale”, nonché anticipatori dei più recenti “happening”. Un disegno preparatorio del dipinto “Stepptänzer versus Steppmaschine” (1924) mette in luce la capacità di visione di Schawinsky nell’interrogarsi sull’ancora embrionale rapporto uomo-macchina. Il macchinario in questione trae ispirazione da quello impiegato nello spettacolo “Feminine Repetition del 1926, che vide come protagonista lo stesso Schawinsky nei panni di un ballerino di tip-tap, assieme alla macchina da lui disegnata. La ricchezza della sperimentazione teatrale dell’artista svizzero rivive in un nucleo di opere che sintetizzano per quanto possibile il suo modo di vedere e interpretare un ambito di questo tipo. “Spectodrama – Illusion des Körperlichen 1 und 2” (1926) propone una delle ambientazioni impiegate negli spettacoli negli anni del Bauhaus. L’utilizzo di forme semplificate ed essenziali, a mo’ di rimando della figura umana, con cui gli attori interagivano con fare grottesco, testimonia quanto gli influssi ideologici dell’accademia di Weimar attecchissero nell’attività di Schawinsky sulla scia del motto “Art and technology: a new unity”.

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

La profondità di visione e un certo, sorprendente, senso di attualità emerge da una scena immortalata dallo spettacolo “Olga Olga” del 1928, definito come il punto più alto dell’attività teatrale di Schawinsky negli anni del Bauhaus, esaltandone le qualità di assoluta libertà interpretativa, fluidità e di anticipazione di un’azione performativa non ancora propriamente riconosciuta come forma d’arte effettiva. I tre performers – Oskar Schlemmer, Herman Röseler e lo stesso Schawinsky – sono colti in uno stato di dadaistica improvvisazione, in un’ambientazione surreale non incasellabile entro semplicistiche etichette interpretative, né tanto meno di genere. La valenza estetica e documentale trova perfetta sincronia nelle testimonianze degli anni di Schawinsky, prima in Svizzera e, successivamente, a Milano (1933-1936) come graphic designer. Oltre ai lavori per Illy Cafè e Olivetti è presentata anche la copertina realizzata per la Rivista illustrata del Popolo d’Italia, a riprova della connivenza forzata, ma anche difficoltà di concepire il modo in cui Schawinsky seppe affrontare il periodo di repressione fascista.

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

Gli anni di permanenza al Black Mountain Collage (1936-1938), dove fu invitato da Joseph Albers per tenere il programma “Stage Studies”, videro la prosecuzione e l’ulteriore sviluppo del concetto di “Spectodrama” avviato negli anni del Bauhaus. Le testimonianze presentate esaltano un senso di avanguardia pura e propensione all’avanzamento della disciplina teatrale. Concepita come forma di teatro didattico, la materia performativa si contaminava e arricchiva con studi legati al movimento del corpo nello spazio, all’impiego del suono, del colore o della luce relativi ad ambiti differenti. Guardando il tutto in parallelo con la personale di Agnieszka Kurant[1] ospitata in contemporanea dal museo si ritrovano, per certi aspetti, un’analoga “sete conoscitiva” e impellenza a non restare invischiati entro qualsiasi tipologia di confine disciplinare accademicamente definito con l’intento, invece, di volgere lo sguardo verso orizzonti ancora inesplorati. È sulla base della medesima necessità creativa che nel periodo dal 1949 al 1979 si dedicò alla pittura. Ovviamente, anche in questo caso, in un’ottica di superamento di quanto fatto finora culminando in studi sull’impiego del corpo come strumento principale del processo pittorico e dilatando anche in un’altra direzione l’estensione della dimensione performativa.

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

Negli stessi anni l’artista sperimentò la ricerca di alternative all’utilizzo della pittura. Semplicemente sorprendenti, i “Track Paintings” in mostra nacquero a partire dagli anni ‘50 tramite l’utilizzo di macchine con cui Schawinsky guidava direttamente sopra la composizione in una sostituzione netta della gestualità umana con la componente artificiale. Un qualcosa di riscontrabile anche nei suoi “Light Paintings (1950), in cui sfruttò gli effetti della luce sulla carta fotosensibile per replicare l’espressività delle pennellate, mentre con gli “Smoke Paintings” (1964) si soffermò sull’utilizzo del fumo quale elemento creatore dagli esiti indefinibili e incontrollabili. Nell’opera di Schawinsky, dunque, gli angoli del concetto di autorialità vengono progressivamente smussati, sempre in direzione di un rinnovamento pittorico che trova sintesi teorica nel suo saggio “About the Physical in Painting” (1969).

View of the exhibition “Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective”, 12.07.2024 – 05.01.2025, Mudam Luxembourg. Photo: Mareike Tocha © Mudam Luxembourg

Come spiegato, la nuova era in cui sarebbe entrata la pittura avrebbe comportato un superamento della contrapposizione tra astrazione e figurazione mediante nuovi percorsi creativi aperti dal cambiamento dei relativi strumenti di lavoro e del loro utilizzo. In questo senso, risale sempre agli anni ‘60 la serie di lavori “Eclipses”, caratterizzata da fogli accartocciati e dipinti con aerografo per ottenere composizioni astratte e, appunto, non intenzionali nella loro forma finale. Chiudono, infine, il percorso gli “Sphere Paintings” (iniziati dal 1967) con cui Schawinsky seppe dare una qualità tridimensionale allo spazio pittorico mediante la collocazione di uno o più strati di garza dipinta sul supporto di fondo. L’atto percettivo dell’osservatore subisce pertanto uno stimolo ulteriore attraverso una configurazione geometrica e di illusione ottica volta a richiamare sia gli studi legati agli anni del Bauhaus sia una volontà di resa di materia ed energia al loro stato fondamentale, in linea con l’interesse crescente di quegli anni nei riguardi della fisica quantistica.

[1] https://www.juliet-artmagazine.com/agnieszka-kurant-risk-landscape/

Info:

Xanti Schawinsky: Play, Life, Illusion – a Retrospective
12/07/2024 – 05/01/2025
Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean
3, Park Dräi Eechelen
L-1499 Luxembourg-Kirchberg
www.mudam.com


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