Zimoun a Villa Manin

Zimoun (nato nel 1977) è un artista svizzero, autodidatta, che vive a Berna. È conosciuto per le installazioni che assemblano materiali grezzi e industriali (come scatole di cartone, sacchetti di plastica o vecchi mobili) con elementi meccanici (come motori a corrente continua, fili, microfoni, altoparlanti e ventilatori), il tutto coniugato con sottofondi rumorosi e sonori, quasi a voler evocare il finto silenzio del cloud ovvero di quel mondo non reale, ma che per esistere ha bisogno di ventole che raffreddano i supercomputer delegati a questo compito.

Zimoun “126 motori preparati a corrente continua, palle di cotone, scatole di cartone” 2023, vista interna, 65 x 65 x 65 cm, Villa Manin di Passariano. Ph courtesy ERPAC FVG

Sebbene non abbia mai ricevuto una regolare formazione artistica, Zimoun ha conseguito numerosi riconoscimenti a livello internazionale. “Fin da piccolo sono rimasto affascinato, e in qualche modo ossessionato, dall’essere attivo nei campi dove suoni, musica e progetti realizzati visivamente potessero incontrarsi. Ora, attraverso le mie sculture e installazioni sonore, molti di questi interessi si stanno unendo”, spiega l’autore in un’intervista. I riferimenti vanno inevitabilmente a John Cage e a Charlemagne Palestine, autori che hanno attraversato la neoavanguardia degli anni Sessanta lavorando sulle frontiere dell’ibrido e dell’espansione, frontiere dove immagine e suono si sono intrecciate e sovrapposte. Inoltre, attraverso l’uso di oggetti industriali e materiali trovati, il lavoro di Zimoun riconsidera il posto che la tecnologia occupa nella vita quotidiana, evocando un sentimento di nostalgia per dispositivi obsoleti. Qui la memoria va all’idea di accumulo e di ripetizione oltre alla microemotività minimalista. I nomi son presto fatti: Donald Judd e Robert Morris, giusto per farne due che hanno lavorato a livello sovradimensionale. Le opere di Zimoun sono generalmente site-specific e coinvolgenti. Per giocare su una spettacolarità di matrice Fluxus, impiega elementi meccanici di rotazione e oscillazione che mettono in movimento i materiali e quindi producono suoni. Per questo utilizza principalmente materiali semplici tratti dalla vita quotidiana o di provenienza industriale.

Zimoun “126 motori preparati a corrente continua, palle di cotone, scatole di cartone” 2023, vista esterna, 65 x 65 x 65 cm, Villa Manin di Passariano. Ph courtesy ERPAC FVG

Per le sue opere Zimoun sviluppa piccoli apparati che, nonostante la loro fondamentale semplicità, generano una complessità tonale e visiva, in particolare quando un gran numero di tali congegni meccanici, generalmente centinaia, sono uniti e orchestrati in installazioni e sculture, che abbracciano posizioni opposte, come i princìpi dell’ordine e del caos. La configurazione geometrica genera l’ordine, ma il flusso sonoro apre al disordine, un po’ come le opere di Tinguely che quando vengono attivate aprono mondi insospettati e talvolta autodistruttivi. In questo modo Zimoun crea spazi o luoghi di vita che il visitatore può esplorare attivamente, lasciandosi coinvolgere. Come in uno studio clinico, il modello e l’approccio sistematico consentono una visione d’insieme, in modo che il caos generato dal processo meccanico possa essere meglio analizzato. Anche massa e individualità appartengono a queste posizioni opposte. L’artista utilizza spesso un gran numero di elementi identici, ma ogni elemento sviluppa la propria individualità e natura unica attraverso l’interazione dinamica di meccanismo e materiale impiegato.

Zimoun “49 motori preparati a corrente continua, spago, bicchieri, 11.6 kg di legno” 2023, dettaglio, Villa Manin di Passariano. Ph courtesy ERPAC FVG

Gli elementi meccanici, preparati in maniera artigianale hanno una forma minimalista e la loro precisione è solo apparente: una è la tensione a cui si rivolgono, altro è il risultato che conseguono. Anche questo è un totem o eredità Fluxus, là dove l’energia vitale copre qualsiasi altra istanza. Per quanto riguarda gli elementi casuali (il grande caso di matrice duchampiana?) spesso presenti nel suo lavoro, Zimoun spiega: “Sono interessato da un lato a un mix di strutture viventi e dall’altro al controllo sulle decisioni e sui dettagli. Una combinazione continua di strutture generate o che si evolvono per caso, come nelle reazioni a catena o di altri sistemi generativi, si oppone a uno spazio specificatamente delimitato e contenuto in cui questi eventi possono accadere. Le intenzioni compositive si manifestano attraverso il mio contenimento deliberato e il mio cauto monitoraggio. Non sto quindi usando il caso per scoprire risultati inaspettati, ma per elevare le opere a un livello superiore di vitalità”. Oltre alle sue composizioni installative, Zimoun sviluppa anche opere puramente acustiche. Sebbene i due generi – composizioni visive, incontrollate, accidentali e composizioni musicali costruite in studio – possano sembrare a prima vista molto diversi, entrambi emergono dall’interesse per la creazione di spazi e stati acustici che sono composti da suoni e rumori microscopicamente piccoli. In gran parte legati alle sue sculture sonore sono le opere audio di Zimoun, spesso progettate con una varietà simile di materiali industriali e naturali trovati. A comprova del riconoscimento del suo lavoro, opere di Zimoun sono presenti nelle collezioni permanenti di vari musei, come il Museo di arte contemporanea Moca Busan, Corea; HEK, Basel, Svizzera; LAC Museo d’Arte Lugano, Svizzera; il Museo John e Mable Ringling, Florida, USA; il MAC, Santiago, Cile; Museo delle Belle Arti, Thun, Svizzera; Borusan Contemporary Istanbul, Turchia; Kunsthaus, Zug, Svizzera.

Zimoun “49 motori preparati a corrente continua, spago, bicchieri, 11.6 kg di legno” 2023, Villa Manin di Passariano. Ph courtesy ERPAC FVG

Ora, per la Villa Manin di Passariano, Guido Comis, direttore di Villa Manin, firma una mostra dedicata a Zimoun. La mostra è realizzata dall’Ente regionale per il patrimonio culturale che gestisce questo complesso monumentale e sarà aperta al pubblico fino al 17 marzo 2024. Sostenuto dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, questo progetto si è avvalso anche del fondamentale contributo degli studenti dell’istituto ISIA Roma Design di Pordenone, con cui l’Erpac ha sottoscritto un protocollo di collaborazione.

Presentazione mostra di Zimoun a Villa Manin: curatore Guido Comis, Anna Del Bianco Direzione centrale ERPAC FVG

Il percorso si sviluppa attraverso nove grandi installazioni cinetiche e sonore che occupano altrettante sale del percorso espositivo. Le installazioni ospitate nei bellissimi ambienti di Villa Manin danno vita a un dialogo per affinità o per contrasto con l’architettura, gli stucchi e gli affreschi settecenteschi che decorano le pareti. Le decorazioni della dimora di Passariano sono caratterizzate sia da forme geometriche (che trovano un rimando negli elementi ripetitivi delle installazioni) e sia da profili sinuosi e colori che contrastano con il carattere seriale delle creazioni di Zimoun. Queste opere, come evidenzia il curatore, sono in bilico fra creazione naturale e invenzione dell’ingegno, fra studio e caso, fra geometria e astrazione. “Appaiono – spiega Comis – come affascinanti creature naturali tanto che chi le osserva è sollecitato a cercare il principio logico che ne governa il funzionamento, come si trovasse di fronte a un nuovo fenomeno della natura”. Questa mostra è, dunque, anche un’opportunità di riscoperta degli spazi della villa, un modo nuovo per visitarla e per avvicinarsi alla natura che la circonda.

Alessio Curto

Info:

Zimoun
28/10/2023 – 17/03/2024
Villa Manin, Passariano
villamanin.it


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