In Slovenia, alla Prešeren Award Winners Gallery di Kranj (https://gpn.si/2020/sl/), è in corso una mostra di lavori su carta di Živko Marušič. L’iniziativa che va sotto il titolo di “Carnets”, raccoglie decine e decine di pitture e disegni e gouaches, collage su carta, non solo riguardanti gli appunti di lavoro o le carte preparatorie dei suoi dipinti, ma anche i preziosissimi album che l’autore usa abitualmente per fissare e rielaborare le sue prime impressioni. Dobbiamo anche ricordare che questo appuntamento si ricollega al Prešeren Fund Award che circa vent’anni fa l’autore conseguì con le opere realizzate per la mostra “Painting is Dead – Long Live the Painting!” tenutasi alla Moderna Galerija di Ljubljana (1988), proprio per l’originalità del suo approccio alla narrazione figurativa.
In particolare, dobbiamo considerare come bellissime e degne di qualsiasi collezione che si rispetti quelle opere qui esposte dove il pastello si fonde con la grafite o dove altre fantasie segniche trovano nella sovrapposizione di più materiali la loro massima potenza espressiva. Le opere qui raccolte (e che vanno dal 1977 fino al giorno d’oggi) danno una visione molto ampia ed esaustiva di questo incredibile pittore che ha segnato l’apice dell’arte slovena, di impianto narrativo, per almeno tre decenni, a partire da quella riscossa della pittura internazionale che Achille Bonito Oliva teorizzò con il nome di Transavanguardia. Questi lavori sono una sintetica modalità del suo modo di procedere: appunto su appunto, segno su segno, colore su colore, fino ad arrivare all’opera definitiva, ovvero l’immaginifico codificato dal lavoro lento e stratificato della pittura. La varietà dei temi trattati, la potenza del segno e della figura che prende corpo sulla superficie cartacea, la forza vigorosa del colore sono tutti elementi che rendono questa iniziativa davvero di massima godibilità.
Non va dimenticata anche la particolare ironia che l’autore mette in ogni immagine o nei suoi titoli, elementi questi due che sono anche ritratto perfetto del suo carattere non molto facile, sempre molto diretto e scontroso. Comunque, la grandezza la si riscontra in maniera facile pensando a un autore che riesce a dipingere in maniera egregia non solo quelli che potremmo definire quadri di storia (secondo una terminologia antica, con una molteplicità di figure umane), ma che riesce a dare poeticità anche ai pomodori, alle melanzane, alle patate, ai funghi e a quant’altro capiti sotto la presa diretta del suo sguardo.
Inoltre, si ricorda che in esposizione troviamo per la prima volta dei filmati che documentano il lavoro dell’autore, con interviste e commenti critici unitamente a video provenienti dall’archivio personale dell’autore. Ricordiamo in particolare il documento “Yugoslav New Image” che ebbe luogo nel 1983 a cura di Andrej Medved, alla City Gallery di Ljubljana, e che segnò una svolta nella storia della pittura slovena.
La mostra, al momento visitabile solo online, sarà aperta al pubblico per un mese, quando finirà l’emergenza dell’epidemia di Covid-19, ed è stata curata da Nina Jeza, Andrej Medved e da Marko Arnež, direttore della galleria. Catalogo: https://anyflip.com/bookcase/nrvzf
Vista parziale della mostra di Živko Marušič
Dettaglio di una parete con carte di Živko Marušič
Dettaglio di una parete con carte di Živko Marušič
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