La mostra Zouwu è la prima personale di Helena Hladilová presso la galleria SpazioA di Pistoia. Inaugurato lo scorso 29 gennaio 2022, il progetto espositivo testimonia una visione nuova, rinnovata e lungimirante nella pratica dell’artista, dettando inediti ritmi, narrazioni ed esiti. L’esposizione sarà visitabile fino al 12 marzo 2022.
L’occhio dell’artista Hladilová ricerca attorno a sé elementi e oggetti che esistono nel mondo in maniera spontanea, per dedicarvi una prassi di riarrangiamento, impiegando una metodologia piuttosto diretta e oggettuale. Come spesso accade, particolari fasi e vicende biografie determinano un cambiamento nell’approccio al contesto in cui si è immersi, delineando un percorso fatto di consapevolezze prima sconosciute e originali punti di vista che si fanno protagonisti. La maternità dell’artista e un conseguente periodo di pausa dalla concreta produzione di opere sviluppano una lente orientata verso la sfera interiore dell’umano, specificatamente rivolta all’universo fantastico e meraviglioso della mente dei bambini. Queste creature, organismi naturali a tutti gli effetti, divengono il filtro di una poetica rinnovata, concentrata sui soggetti e su un lavoro che si trasforma inevitabilmente in un processo maggiormente manuale.
Hladilová considera sé stessa come generatrice di vita e decide di presentare al pubblico il dialogo che quotidianamente intesse con coloro che lei stessa ha messo al mondo: l’appuntamento con le favole della buonanotte, che da madre inventa per i propri figli, si riverbera a livello tematico nelle opere qui presentate e in una prospettiva più ampia sulla propria immaginazione. Nell’infanzia la semplicità con cui si trovano soluzioni e adattamenti alle circostanze è istintiva, mentre nella vita adulta, intellettuali, e non, hanno sottolineato l’importanza di un ritorno a un pensiero scardinato da troppe sovrastrutture, che con il tempo vengono assimilate.
L’artista muove così i propri passi in una terra di confine, un solco liminale fra immaginario e reale, comprendendo di dover porre una giusta distanza nel proporre una pagina della propria storia personale a una vasta platea. I soggetti raffigurati e provenienti dalle storie narrate vengono infatti inizialmente ricercati in 3D. Si tratta di file digitali che giungono in formato di istruzioni a una macchina dotata di braccia robotiche e destinata alla lavorazione del marmo. Questa sarà votata alla realizzazione di un’iniziale sbozzatura, alla quale seguirà una fase di lavoro manuale e creativo deputata all’artista, che adesso non relega più il suo stupore di scoperta a ciò che il mondo le consegna a seguito di processi millenari, ma all’unione di fantasia del racconto e strabilianti progressi compiuti dalla tecnologia.
Helena Hladilová riunisce in questa mostra opere che spaziano da bassorilievi composti da marmi e pietre di variegate tipologie, su cui spesso interviene col colore tramite l’acquerello, fino a sperimentazioni con bronzo e tavolette d’ardesia. Questa molteplicità di materiali, talvolta isolati, altre spinti a incontrarsi e contaminarsi fra loro, si snoda nello spazio espositivo in quello che è definibile con un ossimoro un vero e proprio ordine caotico. Posizionate a diverse altezze, queste opere sembrano seguire le trame di un racconto infantile, laddove le coordinate spazio-temporali si infittiscono e ingarbugliano e la metamorfosi è una costante. La narrazione risucchia nel suo gorgo di meraviglia, a tratti primordiale, lo spettatore, che si ritrova a inseguire il filo della storia delle illustrazioni che Hladilová ci mette sul cammino e che frammentano l’incedere con la ripetuta apertura di nuove finestre. Al tempo stesso le medesime trame ci obbligano a proseguire incalzati da una voglia di scoperta e curiosità.
I soggetti raffigurati, dai tratti fiabeschi e mostruosi, attingono dalle storie del folklore popolare, richiamate dai titoli stessi. Il momento quasi sacro e rituale delle storie della buonanotte è esaltato dall’artista come necessario alla vita del bambino e dell’adulto: un momento propiziatorio alle paure, le angosce, i lati oscuri che il mondo presenta ogni giorno, che vengono in tal modo esorcizzati e affrontati, delineando, grazie alla loro proiezione in un luogo al di fuori dalle coordinate terrestri, scale di valore contemporanee. L’ibridazione e la diversità sono i cardini di questa narrazione, che ci parla di adattamento e mutazione, di riconfigurazione e rinascita, come la stessa Hladilová che unisce il suo doppio ruolo sociale di madre e di artista. I messaggi coadiuvati nel progetto, pur partendo da una sfera apparentemente superficiale, esaminano dinamiche eternamente attuali ed essenziali, quali quella domestica e lavorativa, i loro bilanciamenti e gli auspicati orizzonti di parità dell’epoca che stiamo vivendo.
A livello estetico, l’artista sfoggia una gamma cromatica accattivante tanto nei toni pastello, quanto in quelli più scuri e “spaventosi”. Presenta inoltre un particolare impossibile da non notare: in alcuni bassorilievi, l’intercapedine fra la scultura e il muro che la sorregge, è abitata da piccoli dettagli di creature, come zampe o code, che non solo hanno la funzione pratica di sostenere in maniera eretta l’opera, ma aggiungono un tocco di sorpresa e di inaspettato.
Il futuro di questa poetica affascina sicuramente, e viene da chiedersi quali coniugazioni potrà avere questo alfabeto descrittivo, e come l’artista riuscirà, nelle prossime mostre, a collegare altre storie a nuovi materiali.
Caterina Fondelli
Info:
Helena Hladilová, Zouwu
29/01/2022 – 12/03/2022
SpazioA – via Amati 13, Pistoia
@spazioa_pistoia
orario di apertura:
da martedì a sabato
11.00 – 14.00 / 15.00 – 19.00
(o su appuntamento)
Helena Hladilová, Lelapo, 2021. Marmo bianco di Carrara e acquerello, cm 18,5 x 26 x 3. Courtesy SpazioA, ph. Camilla Maria Santini
Helena Hladilová, Prach a broky, 2022. Granito, bronzo, cm 12 x 253 x 7, dettaglio. Courtesy SpazioA, ph. Camilla Maria Santini
Helena Hladilová, Bilikú, 2022. Marmo Alabastro, Travertino, bronzo e acquerello, cm 45 x 43 x 9. Courtesy SpazioA, ph. Camilla Maria Santini
Helena Hladilová, Tanuki, 2021. Marmo bianco di Carrara, Moresco e acquerello, cm 37.5 x 55.5 x 9. Courtesy SpazioA, ph. Camilla Maria Santini
Dopo la laurea in Lingue, letterature e culture artistiche europee, si dedica alla mediazione culturale in istituzioni di prestigio a Londra. Tornata in Italia, ottiene un master in Contemporary Art Markets presso NABA, Milano, collaborando prima da assistente e poi come organizzatrice di mostre per gallerie d’arte contemporanea. Scrive per alcune pubblicazioni del settore e recentemente ha iniziato a dedicarsi alla curatela indipendente, a seguito di un corso in pratiche curatoriali presso la School for Curatorial Studies di Venezia.
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