Data / Ora
Date(s) - 29/10/2021 - 07/11/2021
5:30 pm - 7:00 pm
Luogo
Spazio Espositivo PALLAVICINI 22 Art Gallery
Categorie
Venerdì 29 ottobre alle ore 17:30 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery inaugura “Il sorriso e lo sguardo di Alda Merini” una personale di Giuseppe Nicoloro con testo critico di Dino Silvestroni. La mostra fotografica, che è patrocinata dal Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura/Viva Dante, rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 7 novembre 2021 tutti i giorni dalle 17:00 alle 19:00.
Per accogliere i visitatori in sicurezza, l’ingresso in Pallavicini 22 Art Gallery sarà regolato in conformità alle disposizioni ministeriali.
La Mostra
IL SORRISO E LO SGUARDO DI ALDA MERINI.
Una rassegna di fotografie che, attraverso lo sguardo e il sorriso, consentono di cogliere lo stato d’animo di Alda Merini in situazioni private, in raccoglimento con se stessa, in apparizioni pubbliche, nella relazione con altre persone.
Il contesto di riferimento delle immagini varia dalla casa privata sui Navigli a Milano (primi anni Novanta) al camerino del Teatro Filodrammatici, al palcoscenico di altri teatri o di Studi televisivi, agli ambienti di eventi culturali (anni Duemila). Attraverso gli scatti fotografici è anche possibile sia entrare nella Casa – Museo che il Comune di Milano ha inaugurato in memoria di Alda Merini in via Magolfa il 21 marzo 2011, che assistere al suo funerale il 4 novembre 2009, celebrato in Duomo.
Una quarantina di foto inedite – che rappresentano soltanto una scelta dall’archivio di Giuseppe Nicoloro – sono state già allestite nell’apprezzata mostra dedicata alla poetessa “Letto divino” dal 21 marzo al 14 aprile 2018 presso la Libreria antiquaria “Pontremoli” di Milano ed ora sono pronte per un nuovo allestimento nello spazio espositivo Pallavicini 22 a Ravenna.
La rassegna sarà corredata da alcuni fogli manoscritti o stampati e brevi pubblicazioni gentilmente concessi dalla Libreria Pontremoli di Milano. La mostra intende celebrare la data di nascita di Alda Merini (21 marzo 1922) e la Giornata Mondiale della Poesia (dichiarata dall’Unesco nel 1999).
L’artista
GIUSEPPE NICOLORO
“Fermare l’immagine con uno scatto è dare una testimonianza che resiste al tempo, mentre la memoria sfuma”. Questa la convinzione di Giuseppe Nicoloro, fotogiornalista che ha scelto di esprimersi attraverso “la scrittura con la luce”, per documentare, comunicare e raccontare le storie, le persone e i luoghi che stavano cambiando sotto i suoi occhi.
Di origine campana (è nato a Tufo, in Irpinia) dopo aver vissuto a Napoli e Taranto, si sposta a Milano e qui decide di rimanere per vivere appieno lo spirito degli anni ’70 e ’80. Vuole essere parte del fermento sociale, culturale e politico della tumultuosa metropoli, e, soprattutto, vuole esserne una voce narrante.
L’ambiente cittadino è il terreno fertile in cui sperimentare la passione per la fotografia che diviene la sua professione. Frequenta i corsi serali della storica scuola “Umanitaria” di Milano, dove studia e pratica tutte le tecniche di ripresa; si interessa della storia della fotografia, si interroga sulla sua funzione sociale e sull’uso delle immagini.
Dal 1985, dopo esperienze in ambito commerciale, Nicoloro inizia una pluriennale collaborazione con la casa editrice Cino Del Duca (riviste Stop e Historia) e dal 1992 si iscrive all’Ordine Nazionale dei Giornalisti come pubblicista. Da allora le sue fotografie escono su quotidiani e periodici nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, la Stampa, Panorama, l’Espresso…) cartacei e online.
L’amore per questa forma espressiva travalica il mestiere di fotogiornalista e Giuseppe Nicoloro scatta anche seguendo i propri interessi personali, arricchendo il proprio archivio e allestendo alcune mostre:
Ah!…che bell’ ò café!
Quando i muri “parlano”
Pianeta lettura
Pinocchio…una bambinata
Tra un manifesto e lo specchio. Artisti in camerino
Andiamo all’Expo 2015
Galleria di ritratti di scrittori.
I suoi scatti fotografici racchiudono tutta la poesia di ” … uno straordinario strumento narrativo per chi parla poco e scrive meno.”
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